20 aprile 2009

RIFLETTENDO...
di Antonio Ragone

Anche questa notte è passata, il giorno lentamente si fa strada nel chiaroscuro dell’alba umida. Sì, ora è meglio che io vada chissà dove a cercare la quiete, forse sui monti dove i pini riversano pioggia e i merli zirlano tra il pascolo di mucche e di cavalli. Tornerò? Solo quando avrò reciso qualche ruvido ramo di pino. Ho con me solo me stesso, altro non mi serve se non la sicura essenza d’amicizie vere radicate in me stesso come questi pini nella montana terra. Sì, i silenzi sono le immagini della vita, i ricordi, i fatti accaduti, questi luoghi cari per nulla virtuali, ma veri e verdi come l’erba che nasce e cresce nei sottoboschi protetti da alberi d’alto fusto, quanti dimorano negli anni miei, così tanti che credevo ormai d’aver colmato ogni spazio della mia memoria; ma, sì, c’è stato il tempo d’acquisirne altri, silenzi-volti-amicizie-immagini-ricordi di due città bagnate dallo stesso mare, Mare Nostrum, pur se sub-denominato in logos diversi e superbi. Sì, lo so, ne verranno altri, silenzi-volti-amicizie-immagini-da divenire poi ricordi, sempre, fino alla fine, anche di quelli che hanno un amaro sapore di frutta piacevolmente colta pensandola dolce. Ma i silenzi dolci e quieti sono più alti e sublimi. Così la vita riprende se stessa.

8 aprile 2009

BOJANA BRATIC





Con molto piacere ospito sul blog la poesia "Pioggia" dell'amica
Bojana Bratic, poetessa sensibile e delicata.






PIOGGIA
Oggi è una giornata fottuta
piove a dirotto
si allagano i fiumi
nessuno ti scrive neanche una breve mail
silenzio per la strada
come mai non si sentono neanche le macchine?
Strano
ma io sono felice
perché parlo con me stessa
o parlo muta con gli altri
So che da qualche parte qualcuno mi ascolta
mi dirà due parole dolci
davvero piene d’affetto
Anche loro
i miei amici lontani
s’inculcano
in questa mattina
piena di pioggia
di grigiore
di spleen invernale
e aspettano
la passeggiata al sole.
E come dice Antonio:
esplode il giorno!
Felicità

© Bojana Bratic

2 aprile 2009

AVVICINANDOSI LA PASSIONE E LA PASQUA DI CRISTO


David Maria Turoldo

Mi fa piacere ricordare in questo periodo padre David Maria Turoldo, tormentato poeta e religioso dell'Ordine dei Servi di Maria, morto nel 1992. Nono di dieci fratelli, padre Turoldo nacque da un'umile famiglia contadina e molto religiosa a Coderno, una piccola frazione del paese friulano di Sedegliano. Vi propongo qualche strofa dei suoi intensi versi inseriti nel poemetto “La notte del Signore”.

Perfino gli olivi piangevano
quella Notte, e le pietre
erano più pallide e immobili,
l’aria tremava tra ramo e ramo
quella Notte.
E dicevi:
“Padre, se è possibile…”.
…………………………………
Anche Tu
hai urlato “perché” dall’alto
di quella Cima, e nessuna
risposta è venuta (allora!)
E l’urlo si spandeva a onde
nel cielo cupo e sordo;
un cielo – almeno allora – vuoto,
squarciato dal tuo grido cui
una eco interminabile
ancora si effonde
di balza in balza su clivi
di millenni: “perché, perché…”.
E dunque,
anche tu
finivi con la certezza di essere
un abbandonato.
………………………………….
Sappiamo, sappiamo che fosti
“esaudito per la tua pietà”:

Resurrezione, non altro
è la risposta.
(David Maria Turoldo)

cliccate su questa foto, c’è una mia poesia

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