21 gennaio 2010

OMAGGIO AL POETA ARTURO GRAF: LA VETTA



Arturo Graf nacque ad Atene il 19 gennaio del 1848, da padre tedesco e madre anconetana, e morì a Torino il 31 maggio 1913. Poeta e letterato, è stato studioso di letteratura italiana. La sua complessa personalità si riflette nella sua poesia, che in primo tempo rispecchiò l’inquietudine e il dramma di un’anima in cerca di verità, e più tardi, nella rinata fede religiosa, parve alfine rasserenarsi nella contemplazione della natura.



LA VETTA

Avanti! Pochi altri passi
e poi sarem sulla vetta!
avanti pur senza fretta,
per mezzo agli sterpi e ai sassi.

La vetta è là, tutta sgombra,
tutta serena nel sole,
lungi da quanto si duole,
fuor dalle nebbie e dall’ombra.

Anima inquieta e stanca,
non ti rivolgere indietro:
in basso il vapore tetro,
in alto la luce bianca.

Voi, cui travaglia ed opprime
un cruccio greve e nascoso,
ponete mente: riposo
non è se non sulle cime.

Arturo Graf


La poesia contiene un incitamento a salire più in alto, superando la fatica e vincendo gli ostacoli, pur di raggiungere la vetta della luce. Laggiù, nel fondo della valle, invece, c’è nebbia ed ombra, ma in alto c’è luce bianca che dissolve e consola la tristezza amara dell’anima. L’uomo potrà trovare riposo all’inquietudine e alla stanchezza che l’opprime, solo sulle cime, ovvero nella ricerca di un miglioramento interiore, spirituale e morale, che lo ponga al di sopra della meschinità e dei crucci, inevitabili, della vita. Poesia molto attuale nella nostra “progredita” società, dove purtroppo è diventato difficile tentare solo di salire, ingabbiati come si è in un meccanismo che, pur inventato dall’uomo, ormai non dipende più dall’uomo stesso, anche se bisogna andare avanti in una faticosa difesa, cercando di ascendere le “vette” le più alte possibili.

Riprendendo la citazione del mio amico Edoardo Cillari, voglio qui riportare un pensiero dello scrittore dei monti, Mario Rigoni Stern: “Spero di vivere tanto fino a vedere il mondo rinsavire un po', con la fine degli sprechi e delle cose inutili, del chiasso e delle luci artificiali che non ci lasciano vedere le stelle. Le troppe luci artificiali hanno fatto il buio nell’anima.”


(Antonio Ragone)


1 commento:

  1. Ben descrive il poeta Arturo Graf e magistralmente commenta Antonio ciò che dovrebbe essere la legittima aspirazione di noi miseri esseri umani,ossia :cercare di elevarsi,di migliorare il proprio "io",ponendosi al disopra del materialismo e delle meschinità che da sempre hanno fatto precipitare nel bàratro intere generazioni.

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