13 maggio 2011

LA TEMATICA DELLE OPERE DI SERGIO ENDRIGO, PER NON DIMENTICARE I POETI.


Sergio Endrigo nacque a Pola il 15 giugno 1933 ed è morto a Roma il 7 settembre 2005.

Per me, proprio in qualità del fatto che da sempre ho studiato, amato e praticato la letteratura, credo sia del tutto naturale e consequenziale che mi sia interessato, nel corso della vita, della canzone d’autore. Già ritengo il termine “canzone” del tutto improprio quando lo accostiamo a personaggi come Sergio Endrigo, anche perché quel termine, col passar degli anni ha assunto sempre più una forma riduttiva. Io, per mia formazione personale e culturale, sento sempre la necessità nell’ascoltare e leggere di avvertire sensazioni che m’entrino nell’anima, che mi facciano riflettere, che siano spunto di riflessione per meglio comprendere la vastità enigmatica dei meandri umani, i sentimenti che spesso si accavallano e c’inquietano. E il materiale umano che Sergio ha profuso nelle sue poesie è ampio come l’arco d’un mare in burrasca, i suoi versi si ascoltano e non possono fare a meno di turbarci, di porci davanti a mille domande disattese da sempre. Questo è il compito principale dell’artista, scrutare i sentimenti senza dare risposte, giacché non questo spetta al poeta, ma forse alla speculazione filosofica. Sergio ha affrontato tutte le tematiche della vita, la nostalgia per la sua terra abbandonata, l’amore pagato come atto che tutto si paga in questo mondo, dove chi prende è il più forte e chi dona è il più debole; la malinconia e la rabbia di quanti sono costretti ad abbandonare il loro luogo di origine e andare in esilio altrove, per guadagnare il “caldo pane” in cambio d’una casa per due amori. Molto ci sarebbe da scrivere sull’attività letteraria di Sergio, preferisco fermarmi qui e lasciare il posto a quelle stupende parole che ci ha lasciato quasi come testamento spirituale “altre emozioni verranno”, oltre la fine, oltre noi, oltre tutto il mondo, scorgendo in queste sublimi parole uno sguardo che va, nonostante l’apparenza, oltre la vita per proseguire in tanti altri luoghi, compreso il cuore dei tanti rimasti, ai quali abbiamo saputo lasciare qualcosa di tangibile, forte e costruttivo. Per non dimenticare, quindi, Sergio Endrigo, perché è un poeta e i poeti non vanno mai via.

Antonio Ragone
 
ALTRE EMOZIONI
E siamo arrivati fin qui
Un po’ stanchi e affamati di poesia
Le mani piene di amore
Che non vuole andare via
Abbiamo vissuto e fatto figli
Piantato alberi e bandiere
Cantato mille e più canzoni
Forse belle forse inutili
Altre emozioni verranno
Te lo prometto amica mia
 
E siamo arrivati fin qui
A cantare per chi vuol sentire
Abbiamo vissuto all’ombra
Di troppe false promesse
Oggi è tempo di pensare
Oggi è tempo di cambiare
E ancora cerchiamo e camminiamo
Sognando negli occhi
Di donne e uomini
Altre emozioni verranno
Te lo prometto amica mia
 
Abbiamo attraversato i deserti dell’anima
I mari grigi e calmi della solitudine
Abbiamo scommesso sul futuro
Abbiamo vinto e perso con filosofia
Altre emozioni verranno
Amica mia
 
E sono arrivato fin qui
Con questa faccia da naufrago salvato
E questo svelto andare
Da zingaro felice
Valige piene di speranza
Amici persi e ritrovati
Qualche rimorso e pentimento
Senza rimpianti e nostalgia
Altre emozioni verranno
Te lo prometto amica mia
 
Abbiamo attraversato i deserti dell’anima
I mari grigi e calmi della solitudine
Abbiamo scommesso sul futuro
Abbiamo vinto e perso con filosofia
Altre emozioni verranno
Amica mia
 
Altre primavere verranno
Non di sole foglie e fiori
Ma una stagione fresca
Di pensieri nuovi
Altre emozioni verranno
Te lo prometto amica mia
Sergio Endrigo
www.sergioendrigo.it
Stupenda questa lettura del testo con la suggestiva voce di Nando Gazzolo:
http://www.youtube.com/watch?v=dvzbY30uqxo&feature=player_embedded#at=61 

8 commenti:

  1. E' vero. Endrigo è poeta ed è un peccato che poco sia stato apprezzato, sicuramente non come avrebbe meritato. Anch'io l'ho scoperto per via indiretta. amo la musica brasiliana e sono andata a scoprirlo dopo averlo ascoltato in un lavoro di Vinicus de Moraes.
    Splendido video, grazie...



    Splendio video

    RispondiElimina
  2. P. Gian Franco Scarpitta14 maggio 2011 alle ore 10:53

    Il tema è molto interessante e andrebbe analizzato con maggiore dedizione e profondità. In parte io ho già affrontato questo argomento in un altro contesto, che è quello pastorale: http://www.qumran2.net/indice.pax?parole=Endrigo&testi.x=26&testi.y=2 Sergio Endrigo è ben lontano dalla caratteristica canzone di consumo di stile commerciale, prende le distanze dal "vuoto a perdere" del business di cui è caratterizzata la musica odierna, ma rivela la persona prima ancora della nota musicale, l'interiorità che precede la messa a punto del brano e che si rivela in essa. Endrigo ama scrutare a fondo nelle cose e interrogarsi seriamente su quello che lo circonda, ama contemplare tutti gli eventi e i fenomeni e le note musicali con i brani in poesia sono espressione di questa sua "scrutatio". Nella sua vena che molti definiscono malinconica mostra in realtà uno stile elegante, serio ma non serioso, indispensabile per interrogare il mondo, la natura, l'amore per carpire quanto di meglio essi abbiano da dare all'uomo… Endrigo ha insomma del contemplativo che lo avvicina non poco alla spiritualità cristiana e non di rado vi si immerge apportando ad essa anche nuovi contributi, questo nonostante egli si sia sempre definito ateo e probabilmente anche anticlericale (a giudicare dal pezzo "I barbari" del 1983 . Oltre allo spirito contemplativo che incute riflessione e meditazione, anche dal punto di vista pastorale il contributo di questo personaggio è notevole, poiché non sono stati pochi gli interventi che hanno inciso sulla formazione catechetica e parrocchiale dei ragazzi: canzoni come "Ci vuole un fiore", "Il paese del no” e altre simili sono state più volte rese oggetto di seria attenzione nelle proposte di catechesi con notevoli riscontri.


    P. Gian Franco Scarpitta (PP. Minimi)
    08 - 12 - 1971
    Vuoi leggermi? http://www.qumran2.net/indice.pax?autore=549 ; www.lachiesa.it (liturgia domenica) Vedermi? http://www.minimistella.it/letteradel.php; Sentirmi? http://it.youtube.com/results?search_query=p.+gian+franco+scarpitta&search_type=
    "Se ci siamo incontrati e mi hai dimenticato non hai perso nulla; ma se incontri Gesù Cristo e lo dimentichi, hai perso tutto" (San Francesco di Paola)

    RispondiElimina
  3. Sergio Endrigo ha parlato direttamente al cuore delle persone;infatti, si è sempre distinto per l'intensità delle emozioni che è riuscito a suscitare attraverso le sue canzoni-poesie.
    Commovente la lettura del testo, impreziosita dall'interpretazione del grande Nando Gazzolo.

    RispondiElimina
  4. La tua sensibilità si evidenzia anche in questi frangenti, sei un poeta nell'anima, grazie per avere restituito alla memoria una figura come Sergio Endrigo, anche chi come me forse era troppo piccola per capirlo, oggi lo può apprezzare.
    Un saluto Tiziana

    RispondiElimina
  5. Grazie per i vostri preziosi commenti... per non dimenticare i poeti!

    RispondiElimina
  6. Quando la musica non è solamente un tappeto di note, ma é sfondo integratore a testi che sono Poesia, nasce così , da questo mirabile connubio la poesia d’autore e non come più banalmente é intesa la canzone d’autore.
    Sergio Endrigo è tutto questo e molto ancora. E’ un uomo che ha attraversato i meandri delle inquietudini umane, con la forza della parola e la semplicità dell’artista.
    E’ tutta una scoperta per me, che “possiedo origini “ di rock progressivo.
    Anche di questo ti ringrazio Antonio, per avermi avvicinata ancor di più a questo mondo, che,con la consapevolezza della maturità, mi appare viepiù splendido e profondissimo.
    Senza dubbio Endrigo e la sua poetica si pone come architrave nella storia della musica italiana.

    Che dire poi dell’interpretazione di Gazzolo? Una sola parola: sublime.

    Maria

    RispondiElimina
  7. Anche la musica é " poesia" ed il vero artista sceglie la musicalità appropriata alle parole ( testo poetico ) e diventa maggiormente poesia e tocca i cuori di persone che sanno approfondire , che sanno osservare e non semplicemente guardare !.... Un poeta , il poeta Endrigo , vive nelle tante memorie e grazie anche a chi si nutre della tenerezza delle sue interpretazioni . A me in particol modo ricorda i miei limpidi 16 anni .
    Grazie Antonio per come ci insegni a valorizzare il significato della poesia .

    RispondiElimina

Se vuoi esprimere un tuo commento, lascia un messaggio possibilmente non anonimo. Grazie.

siti
In classifica
Powered By Blogger