10 giugno 2012

SALVATORE QUASIMODO, ORA CHE SALE IL GIORNO.


In questa poesia si esalta la sacralità della memoria. È sacra la memoria nei poeti, perché essa rappresenta il luogo più che privilegiato dell’ispirazione. Oggi noi siamo così perché conserviamo in noi ogni attimo della vita vissuta che, in ogni momento, può divenire, attraverso l’utilizzo di figure retoriche, motivo di confronto con il mistero dell’esistere, delle tante domande sempre disattese e il conseguente turbamento che sfugge al controllo della logica e scivola inevitabilmente nell’inquietudine del vivere. Per Quasimodo, in questa poesia, la memoria è l’unico varco aperto verso la solitudine, quando, al cospetto del presente, avverte irrimediabilmente l’urto del passato, vissuto in terra di Sicilia, ricchissima  di storia  e di mito aperto ai richiami innumerabili della grecità. Il Poeta trasporta in questa poesia,  come in altre, ove chiaro se n’avverte l’eco,  questa pregnanza di cultura.

Un’altra notte  è passata, ai primi albori del giorno la pallida luna tramonta nei canali d’acqua che attraversano Milano. I prati della  Lombardia sono tutti verdi,  il mese di settembre è ancora vivo: vola così la nostalgia alla sua terra del sud e ricorda la stessa vivacità di quelle valli a primavera. Un amore lontano riaffiora alla sua memoria, un volto di donna per la quale ha lasciato la lieta compagnia e ha nascosto il suo cuore tra le mura di casa, perché la solitudine alimenta e aiuta i ricordi. È solo un attimo, il ricordo urta contro la realtà, quel tempo è lontano, come lontana è la sua terra. La donna amata in gioventù è ora più lontana della luna che si è come dileguata alle prime luci del giorno, in quell’ora quand’egli sentiva i piedi dei cavalli battere sulle dure pietre della vita. È questa la sua considerazione definitiva: un varco che s’era appena aperto, ora con amarezza si chiude nella sua triste condizione di esiliato.

Ho fatto accenno all’utilizzo delle figure retoriche nella poetica, ne trovo tante in questa poesia quasimodiana, ne cito qualcuna:
-         la luna che si scioglie è una metafora del suo tramonto;
-         lenta fa allitterazione con la luna, per rafforzarne il contatto;
-         come nelle valli del sud a primavera è similitudine;
-         ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura è la metafora del desiderio di solitudine;
-         più lontana della luna è iperbole tesa a indicare l’irrecuperabile passato rimasto ormai solo un ricordo;
-         la chiusura della poesia è affidata all’onomatopea, che in questo caso, mediante l’uso di appropriati elementi lessicali, crea l’imitazione fonetica; per cui, leggendo il verso, pare davvero sentire il forte rumore del  piede dei cavalli che batte sulle pietre.


Ora che sale il giorno

Finita è la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.

È così vivo settembre in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
per restare solo a ricordarti.

Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!

Salvatore Quasimodo

9 commenti:

  1. Memoria e nostalgia. Gemito, brivido e carezza.

    I ricordi possono sanguinare come la pelle, sono fatte di carne e sangue.
    Sono vivi. Semplicemente sono.

    Mariaconcetta

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  2. Scelta molto bella! grazie!

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  3. ‎... UN NUOVO giorno segue il meritato e dolce riposo della luna! Tornerà ancora.. a tenerci la sua discreta compagnia!!!....................... "Finita è la notte e la luna
    si scioglie lenta nel sereno,
    tramonta nei canali"..............!! Grazie del pensiero caro Antonio Ragone!! Gentilissimo amico..!! Un caro saluto e.. una felice domenica!

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  4. In questi mirabili versi la contemplazione della natura entra in simbiosi con lo stato d'animo dell'uomo.
    Accanto ai motivi autobiografici ed alla esaltazione dei profumi della sua Sicilia ,Quasimodo evidenzia alcune riflessioni in merito al dolore,alla solitudine dell'uomo, al male di vivere,argomento,quest'ultimo,che lo accomuna al Montale di "Spesso il male di vivere ho incontrato",tratto da "Ossi di seppia".

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  5. In quale raccolta è inclusa questa poesia? Grazie!

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  6. “Ora che sale il giorno” è nella raccolta “Nuove poesie” 1936-1942.
    Poi incorporata in Tutte le poesie, Mondadori Edizioni 1960, libro più volte ristampato e quindi ancora disponibile.

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  7. Un commento fine e sensibile per una bellissima poesia.
    Forse però il poeta non pensa a una donna, ma alla Sicilia lontana e perduta per sempre, fuorché nel ricordo.

    Grazie e un caro saluto,

    Gabriella

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  8. Grazie, Gabriella, del commento, molto bello e gradito.
    Sì, penso anch'io che la donna amata in gioventù, in realtà possa essere la personificazione della sua terra ove sono rimaste intatte le sue radici di poeta esiliato.
    Un caro saluto.

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