19 settembre 2012

EUGENIO MONTALE E "LA CASA DEI DOGANIERI".

 

LA CASA DEI DOGANIERI

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.

Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.

Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.

Eugenio Montale

Lo sfondo del paesaggio è la costa ligure, il poeta si rivolge a una donna che ha amato, ormai lontana. Uno dei temi fondamentali di questa lirica è proprio quello del "varco", il disorientamento della solitudine esistenziale alla ricerca di una vita che sia vera, ma che purtroppo rimane una possibilità non realizzata. “Tu non ricordi” è l’anafora ossessiva e inquietante della vanità d’un sogno del passato e l'inutile attesa del futuro, l’affermazione del "male di vivere".

link correlato:
http://antonio-ragone.blogspot.it/2010/07/il-correlativo-oggettivo-di-eugenio.html 

9 settembre 2012

SOLO NEL SILENZIO DELL'UNIVERSO È IL VERO PENSIERO.

Quando di parla di silenzio io penso a quei luoghi ove poter trovare un po’ di pace e sentire tutte le voci del silenzio, è lì che io cerco di ritrovare me stesso, di ordinare con ansia i tanti disordini che assimilo nel mondo. Io sto bene ancora in mia compagnia, e questo mi ripara dalle inquietudini che spesso mi assediano. Ancor più la quiete io trovo quando sono in compagnia di sinceri amici che sanno comprendere la voce del mio cuore e sanno leggere nei miei silenzi.
Quando si parla di solitudine io non posso fare a meno di pensare alle distese riarse dei deserti, dove il senso dell’ignoto angoscia sapendo che non esistono oasi dove poter abbeverare l’animo inquieto. E quando si parla di deserto non posso che riferirmi alla desertificazione degli animi, è qui la vera solitudine, quando pur sommerso in una vasta folla, più che sentire il senso della solitudine, si sente forte il peso dell’abbandono.
Forse è la cosa più difficile per l’uomo riuscire a varcare la soglia dell’anima e del cuore; l’uomo di oggi, così distratto e inquinato da falsi valori, da concetti da grande fratello, sente la logica del tutto e subito che si traduce nell’annullamento dei sentimenti. E senza sentimenti non si hanno emozioni, forse molti pensano “meglio così, soffrire non voglio”, giacché i sentimenti, per coloro che li ascoltano nel silenzio del cuore e dell’anima, recano rare gioie e molti turbamenti. Ma solo così si è vere donne e veri uomini. Per questo, c’è bisogno di sentirsi leggeri, scevri da pesi imposti dal consumo che non rende veri, ma falsifica. Per questo sto qui con amiche e amici veri che se la ridono della facile illusione che rende schiavi emarginando il pensiero. Io, come voi, voglio ancora pensare.

1 settembre 2012

ANA CALIYURI, LA SUA NUOVA RACCOLTA POETICA GESTO DE ORO/GESTO D’ORO.



È stata presentata a Tandil in Argentina la nuova raccolta poetica "Gesto de oro/Gesto d’oro", in edizione bilingue, della mia carissima Ana Caliyuri. È stato per me un vero piacere curarne la prefazione.


La poesia di Ana Caliyuri riproduce lo sguardo della sua anima sul mondo. L’anima è il suo luogo privilegiato ove vivono i suoi sentimenti, e da lì assiste alla realtà visibile. Un incontro, anzi uno scontro che non può che essere traumatico, è simbiosi tra entità contrapposte, è smarrimento che porta turbamento ed inquietudine. Nasce quindi l’esigenza di far ricorso alla parola che in fretta chiuda l’alto pensiero della sua poesia, quasi un grido, perché tutti sentano la sua voce che, ancorché sofferta, rechi al mondo la sua realtà sublimata. Continua a leggere la prefazione...


Ilustración, obra del artista argentino Hugo Saldivar; traducción al italiano Prof. Raffaele Serafino Caligiuri, prólogo Poeta Antonio Ragone. Gracias a todos ellos.
 

ALCUNE POESIE TRATTE DAL LIBRO GESTO DE ORO/GESTO D’ORO:

PER AMARTI MARE 
 
Per amarti 
mare, 
per amarti, 
sono venuta 
fin qui 
nel tramonto 
quale passeggera 
di una nuvola 
colle insegne  
dell'errante. 
Per amarti 
mare, 
per amarti, 
scorre 
il tempo 
che risuona 
con la sua arteria 
senza bussola 
per amarti.
È questo mistero 
l'immagine 
più convulsa 
che urla 
e tuona 
per l'aria 
ed è  temporale 
il mio invocare
la pioggia 
giornaliera
per amarti.

I LUPI

La saggia casualità
quale artigiana
dell’intangibile
trasporta nelle proprie mani
ritratti
di lupi azzurri,
bianchi,
rossicci.
Ne avverto
lo sguardo,
il profondo
mistero
del loro ululato.

STRADINA STRETTA 
 
Andrai  
uomo 
nella misura 
dei tuoi passi, 
vaticinando o no 
Illusioni, 
all'improvviso. 
Ma, quando lo sguardo 
si nutre 
solamente 
di se stesso, 
il mondo 
si stringe 
come una stradina 
a senso unico.  

SPLENDORE DELLA PIOGGIA   

La pioggia 
gode   
dello plendore   
su ogni grappolo   
della terra.   
L'aria   
annusa   
perennemente   
sui gelsomini   
ancora non sbocciati   
mentre gli uccelli   
aleggiano   
dietro il roco tuono.   
Questo giorno   
che beve   
con versi di pioggia   
lo sguardo languido   
del cielo. 

GESTO D' ORO 
 
Col gesto 
d'oro 
come l' iride 
della luce 
sussurri 
misteri. 
Nell'atmosfera 
tra le mie dita 
al ritmo  
d' una melodia  
o in un sussurrare audace 
del silenzio. 
Mai 
ti abbandonerei
perché tu 
senza redini 
sei l'amore 
che denuda 
le lettere. 
Non ti abbandonerei mai 
Musa, arcano 
o chiunque tu fossi  
perché tra noi 
c'è un patto 
mai scritto 
come la luce
nelle mie labbra 
ed il mare 
nei sensi.  

Ana Caliyuri
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