4 marzo 2013

I SENTIERI COSTIERI DEL MIO MARE.


Da bambino m’era così felice scendere per gli irti sentieri della costa per raggiungere il mare, e poi in quel momento sentirlo a me così vicino, così immenso per apparirmi vero, così solo mio da respirarne tutto il suo acre sapore di salsedine. Avevo raggiunto la mia meta. Ma avevo le braccia e le gambe che grondavano sangue, perché nella corsa veloce mi ferivo al furore spinoso dei fichidindia. Sentivo dolore, ma non piangevo, avevo raggiunto il mare. Forse già in me vi era la compresenza della vita e della morte e già maturava l’estrema sintesi d’un percorso fatto di continue salite che a volte rende la vita pesante come pietra, un continuo scavare nelle sue ragioni per comprenderne il senso, per poi inevitabilmente approdare alla finale soluzione ungarettiana che la morte / si sconta / vivendo. Ho visto scorrere veloci, senza pietà, fiumi che sbattendo contro sassi e robusti alberi, alfine s’immettono nel mare come in un tanto desiderato amplesso d’amore.

5 commenti:

  1. Mariaconcetta Lo Re4 marzo 2013 alle ore 16:01



    Il Mare non è mai una superficie immota vista da lontano.
    Il Mare è un coacervo d’emozioni che si fondono e si con_fondono e si sublimano nei pensieri tutti.

    Leggendo già dissi :- Se questa non è Poesia, spiegatemi cosa Essa sia-.

    Mariaconcetta

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  2. agnese Di Venanzio5 marzo 2013 alle ore 16:39

    Non soltanto le poesie ma anche i tuoi racconti Antonio sono intrisi di poesia . Oh !... quanto questo tuo racconto mi ha ricondotto alla mia vivace fanciullezza !... Non sono cresciuta vicino al mare , bensì in collina ed ho giocato anch'io "con salite e discese " su rupi poco distanti da casa e in gergo paesano noi bambini dicevamo : "annamo a fa' a scivurarella" ...e scivolavamo con i nostri vestitini lisi su sterrati di fresco ciomino , tra cespugli di biancospino ...e così tornavamo a casa pieni di graffi sanguinanti ma indolori, stanchi e sudati ,facevamo anche tanti altri giochi di resistenza al dolore ...ed eravamo felici e ci sentivamo tanti piccoli eroi . Grazie per la parentesi ungarettiana , grazie per quanto ci racconti con grande umiltà .

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  3. "..come in un amplesso d'amore..." Sì. caro Antonio...la vita, amandola profondamente e tenuta come rosa spinosa stretta tenacemente... E i tuoi pensieri sono lì come petali ove in ognuno è posto un ricordo, una sensazione, una brama ancor sentita palpitare... Sì, caro Antonio l'amplesso eterno con la vita è il senso stesso delle emozioni esternate con le parole dei pensieri! Grazie per questa tua così dolcemente avvolgente! Un abbraccio!

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  4. Antonio caro, quando si va per mare, di notte, le stelle parlano come parla il vento, e forse anche la tua “isola nascosta” parla. Un abbraccio, carissimo…

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  5. Quante volte,caro Antonio,in passato te ed io abbiamo commentato assieme i versi del grande Ungaretti :"La morte si sconta vivendo"!
    La nostra vita costituisce un fardello che portiamo sulle spalle e che spesso ci opprime,provocandoci ansie e dolori.
    Nelle tue dolcissime liriche si avverte sempre il triste distacco dalla tua terra natìa,la nostalgia del tuo bel mare che tu vorresti spesso stringere a te in un grande abbraccio.

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