27 ottobre 2013

CAMMINANDO RIFLETTENDO…



Ci son cose che possono aprirci un mondo pieno di luci scintillanti e accese di domande sempre aperte che finalmente almeno un poco ci rischiarano il cammino sempre incerto e misterioso dell’esistere. Ricostruire i sogni non è altro che trovarci di fronte ad una realtà compiuta dopo una lunga attesa. Ed è conquista di segreti che aprono nuovi orizzonti alla vita, forse finalmente il disordine può riordinare il caos che ci circonda e alfine metterci di fronte a verità sempre cercate e mai trovate. Sono la tenacia del poeta, l’essenza della poesia, lo sconvolgimento della realtà che si credevano consolidate, ma in effetti sono sempre in movimento, sempre in attesa d’una definitiva soluzione.

18 ottobre 2013

SAN MARTINO DEL CARSO, DI GIUSEPPE UNGARETTI.



SAN MARTINO DEL CARSO

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato

(Giuseppe Ungaretti)
È un paesaggio di guerra, un brandello di muro che richiama i brandelli dell’uomo. Sono le case che sanguinano insieme ai loro abitanti. Non si vive più da nessuna parte, la solitudine si fa spazio ed emerge nell'assenza totale dei contatti umani. È il cuore del poeta che salva il mondo, più sofferente della sofferenza esteriore, perché nel mio cuore nessuna croce manca. Il cuore è il paese più distrutto dalla guerra. Sono il dolore e la tristezza a costruire un Paese nuovo proprio nel momento più amaro della solitudine e dell’abbandono. È il luogo più sublime dell'uomo, il centro supremo, nel cuore del cuore, dove l'uomo si fa Uomo.

L’immagine di un paese distrutto dalla guerra, San Martino del Carso, è per il poeta l’equivalente delle distruzioni che sono celate nel suo e mio cuore. San Martino è un paese straziato, più straziato è il cuore del poeta. Così, eliminando ogni descrizione e ogni effusione sentimentale, Ungaretti riesce a rendere con il minimo di parole la sua pena e quella di tutto un paese, e dà vita ad una poetica tutta nuova che inciderà fortemente e inevitabilmente sull’intera poesia del novecento italiano e su quella attuale.

12 ottobre 2013

MENTRE DI NOTTE PIOVE...



Fradicio di pioggia
Mi tengo stretto
A questa luce fioca
D’un lampione poco illuminato
 
Che pure disegna
Stelle limpide d’acqua
Nella notte buia

© 2013 Antonio Ragone - inedita

1 ottobre 2013

“UN’ALBA” DI ALFONSO GATTO.

SALERNO

UN’ALBA

Com'è spoglia la luna, è quasi l'alba.
Si staccano i convogli, nella piazza
bruna di terra il verde dei giardini
trema d'autunno nei cancelli.
È l'ora fioca in cui s'incide al freddo
la tua città deserta, appena un trotto
remoto di cavallo, l'attacchino
sposta dolce la scala lungo i muri
in un fruscìo di carta. La tua stanza
leggera come il sonno sarà nuova
e in un parato da campagna al sole
roseo d'autunno s'aprirà. La fredda
banchina dei mercati odora d'erba.
La porta verde della chiesa è il mare.

Alfonso Gatto

È trascorsa la notte fitta di pensieri. Ora è quasi l’alba, la luna si sta spogliando del buio. L'alba tratteggia la chiara bellezza della “nostra” città che si risveglia; e lo fa senza rumore, in un’attenuata atmosfera appena brulicante di vita. Che splendide immagini! I treni della stazione, le palme nei giardini che sembrano rabbrividire al primo autunno, il trotto di un cavallo sulla strada di terra battuta, l’attacchino di manifesti che sposta “dolcemente” la scala lungo i muri in solitaria armonia con l’universo. La porta della chiesa ha il colore verde del mare che s’apre alla trascendenza, al misterioso significato della vita.
(antonio ragone)
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