28 maggio 2014

ISHMAEL E MOBY DICK.


Come tutti quelli che sono nati in riva al mare,
Ishmael vuole navigare e conoscere il mondo,
che altro non è che la ricerca e la spiegazione del mistero.
Andare oltre, sempre, a caccia di balene, in un ambiente fosco e minaccioso.
Moby Dick è questo mistero che non sarà risolto,
e sarà tempo solo di ripartire, ancora,
non si sa per dove, ma partire.


© Antonio Ragone

20 maggio 2014

DINO BUZZATI, CONIGLI SOTTO LA LUNA.


Dino Buzzati
(San Pellegrino di Belluno,16 ottobre1906;
Milano, 28 gennaio1972)

La boutique del mistero di Dino Buzzati è una raccolta di 31 racconti scelti tra i volumi già precedentemente pubblicati “nella speranza di far conoscere il meglio di quanto ho scritto”.
L’elemento che  accomuna i racconti è il mistero che qui costituisce un aspetto importante della realtà vissuta. È il mondo poetico scritto in prosa che gli fu ispirato, come egli stesso aveva affermato, da una villa cinquecentesca di San Pellegrino, vicino a Belluno, abitata dalla sua famiglia fin dal 1870, che già da bambino gli appariva come un luogo ricco di presenze e di voci misteriose che incitavano la sua fantasia:

rappresenta uno dei fondamenti di quello che è il mio “mondo” poetico…Lì sotto c’è la cantina, con grandi botti. E sopra c’è il granaio…Poi sopra ancora c’è una soffitta. E lì si addensavano tutte le fantasticherie possibili e immaginabili…nei bambini l’impressione che fanno queste case è una cosa straordinaria…Gli scricchiolii, la sera, la porta chiusa o aperta, di notte, nel buio… Queste cose sono bellissime! Questo tipo di mistero - parlo del mistero della casa, ma anche del mistero dei rumori nel giardino - implica la presenza di entità sconosciute, probabilmente immaginarie… spiriti, fantasmi, esseri della natura, elfi…”.
Il mondo di Buzzati è fatto di domande angosciate: Chi sarà? Il vento?; Chi sarà? Un ladro?; Chi sarà? Un telegramma? La caratteristica di tutte le opere di Buzzati, come un chiodo fisso, è un’ostinata ricerca, un dialogo continuo con l’Oltre, la parte più segreta di quella visibile, ma altrettanto presente e partecipe della vita quotidiana, difficile da decifrare, e per questo ancor più carica di fascino, di attrattiva, di attesa e di inquietudine. E quando l’attesa e l’inquietudine sembrano finire, “è troppo tardi”.


Di questa raccolta  propongo Conigli sotto la luna, attesa e inconsapevolezza. Anche per noi, come i conigli, “dov’è tesa la tagliola?”.


Conigli sotto la Luna



Nel giardino la luna, e quel profumo d'erba e piante che ricorda certe lontanissime mattine (saranno mai esistite?) quando alle prime luci, con gli scarponi e il flobert, si usciva a caccia. Ma adesso c'è la luna quieta, le finestre sono spente, la fontana non getta più: silenzio. Sul prato quattro cinque piccole macchie nere. Ogni tanto si muovono con buffi salti veloci, senza il minimo rumore. All'ombra delle aiole, come aspettando. Sono i conigli. Il giardino, l'erba, quell'odore buono, la quieta luna, la notte così immensa e bella che fa male dentro per incomprensibili ragioni, tutta la notte meravigliosa è loro. Sono felici? Saltellano a due a due, non viene dalle loro zampe il più lieve fruscio. Ombre, si direbbero. Minuscoli fantasmi, genietti inoffensivi della campagna che intorno dorme, visibile sotto la luna a grandissima distanza. E debolmente splendono anche le remote pareti bianche di roccia, le montagne solitarie. Ma i conigli stanno con le orecchie tese, aspettano, che cosa aspettano? Sperano forse di poter essere ancora più felici? Là, dietro al muretto, nel cunicolo che viene dal tombino, dove all'alba si nascondono a dormire, è tesa la tagliola. Loro non lo sanno. Neppure noi sappiamo, quando insieme agli amici si gioca e si ride, ciò che ci attende, nessuno può conoscere i dolori, le sorprese, le malattie destinate forse all'indomani. Come i conigli noi stiamo sul prato, immobili, con la stessa inquietudine che ci avvelena. Dove è tesa la tagliola? Anche le notti più felici passano senza consolarci. Aspettiamo, aspettiamo. E intanto la luna ha compiuto un lungo arco nel cielo. Le sue ombre di minuto in minuto diventano più lunghe. I conigli, con le orecchie tese, lasciano sull'erba illuminata mostruose strisce nere. Anche noi, nella notte, in mezzo alla campagna, non siamo più che ombre, fantasmi scuri con dentro l'invisibile carico di affanni. Dove è tesa la tagliola? Al lume favoloso della luna cantano i grilli.

Dino Buzzati
(da La boutique del mistero, Mondadori 1968)

13 maggio 2014

ALFONSO GATTO, SALERNO RIMA D'INVERNO...



Salerno, rima d'inverno,
o dolcissimo inverno.
Salerno, rima d'eterno.

Alfonso Gatto


Una poesia, Salerno, tre versi soli, intrecciati in una rima che ne fa un unico compendio, sono le immagini e le sensazioni trasmesse dalla sua città natale. L'inverno dolce è l'eterno, in antitesi  tra di loro giacché l'inverno è la metafora della tristezza. Una dolce tristezza, dunque, è il suo pensiero per la sua città lontana. È la dolce nostalgia del poeta.

Si notano raffronti e dissomiglianze tra questa poesia e Mattina “M’illumino / d’immenso” di Ungaretti. Entrambe le poesie sono brevi e solo apparentemente semplici e fanno riferimento all'infinito: un infinito che rischiara in Ungaretti, un infinito di nostalgia in Gatto.

3 maggio 2014

DISARMONIA DI PRIMAVERA.


E s’allontana,
come dopo un distacco,
smarrendosi nel chiaroscuro
di questa pioggia di primavera.

Ora sarà sola
senza sapere che si è sempre soli
se non la pioggia a tenerle compagnia.

© Antonio Ragone
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