9 agosto 2014

ALFONSO GATTO, ALLA FINESTRA.



ALLA FINESTRA

Nel largo delle nuvole e del mare
lo scalpito arioso d’un cavallo,
il bambino rigira la pianola
obliato negli occhi come gli angeli.
Morire è una stagione, un’aria, un cielo.

Alfonso Gatto
(da La forza degli occhi, 1950-53)




Affacciarsi alla finestra è come vedere la vita e viverla tra il cielo nuvoloso e l’azzurro del mare. Lo scalpito d’un cavallo ne segna i battiti; e un bambino, con gli occhi perduti nell’immenso, l’accompagna con la nenia d’una pianola. Passeranno le stagioni e gli anni. Di questa vita resterà l’immenso spazio tra cielo e mare del nostro golfo, teso come in un abbraccio.

6 commenti:

  1. Già resterà la visione,... per altri occhi....e altri
    ancora... Ciao delizioso Antonio Ragone!!! Ti abbraccio!

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  2. Mariaconcetta Lo Re9 agosto 2014 alle ore 15:20

    Poeta solitario Alfonso
    e dalla finestra
    tra alchimie di colori e forme
    alza la voce
    come di commiato
    come in un addio.

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  3. Grazie Antonio , un saluto ed anche al
    tuo mare .

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  4. Suggestiva e dolcissima è questa riflessione del poeta,il quale,nell'affacciarsi alla finestra,rivede la sua splendida terra di origine,il suo mare che lui è sempre pronto a riabbracciare.

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  5. Caro Antonio,è bello soffermarsi su come tu abbia in comune con Alfonso Gatto la passione viscerale per la vostra terra natìa.
    Un saluto affettuoso da Anna.

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