Come mi è solito fare, spesso vado pei sentieri di montani boschi inumiditi di notturna pioggia, inoltrandomi, con impegno e passione, oltre i limiti della fiducia e della disponibilità. È così che sovente avviene di trovarmi immerso tra secchi cespugli giallastri e sempreverdi arcate di roventi spine. E mi ferisco, lasciando sull’erba molle gocce del mio sangue. La ferita brucia al sale dell’indifferenza, che impone in ogni caso la necessità d’una presenza cui rivolgersi. I poeti scrivono i diversi periodi della propria vita come li vivono, così, un giorno non molto lontano, nacque, tra altre, questa mia poesia. Un po’ dura, come le fredde pietre dell’amarezza che talvolta incrocio nei miei passi, sempre comunque pronto a ripercorrere altri sentieri pur bevendo sorsi di sana malinconia.
PRESENZA
In tutti questi anni
T’ho seguito mai perso
T’ho visto fermarti
Con uomini e donne
Ho scritto ogni cosa
Di quello che hai fatto
Ho nascosto il diario
Di tutta una vita
Ora non hai tregua
Nelle stanche mie mani
Ti tengo ben stretto
Da tempo conosco
Ogni tuo celato segreto
Ora non hai tregua
Puoi soltanto uccidermi
© Antonio Ragone
Tali versi hanno un contenuto malinconico,"spietato",ma,al contempo,bello e profondo.
RispondiEliminaLa realistica "crudezza" delle immagini è sottolineata dalla presenza delle anafore che più volte ho avuto modo di apprezzare nelle poesie di Antonio.
Ancora una volta complimenti all'autore !