Il 13 dicembre del 2008, fui invitato a Vietri sul mare, mio paese natale, dove, tra l’altro, ebbi incontri con le scuole e gli studenti.
Un ragazzo autistico mi pose una domanda sul perché del dolore.
In silenzio, mi consegnò una busta con una lettera.
La tengo tra le cose mie più preziose.
Dopo quasi due anni, la pubblico qui, lasciando spazio solo alle sue parole.
LA PECORA POVERA
C’era una volta una pecora
che prima aveva molti amici
ma che alla fine diventa povera.
Il motivo che aveva perso molti amici
non è stato un lupo maligno
ma i suoi amici lo hanno deriso così “gna, gna!”.
E così lei diventò mogia mogia
e non c’è nessun modo
per liberarsi da questa magia
per fare in modo
in cui tutti i suoi amici
torneranno a stare vicino vicino.
Dopo qualche anno
riuscì a trovare il sistema.
Un giorno lui si avvicinò ai suoi amici
e cercando di essere più furbo di Golia
riuscì a riacquistare l’amicizia
di tutti.
Ad Antonio Ragone
Con affetto
Dicembre 2008
A volte parole semplici sono luce abbagliante per capire, per sentire, per convincersi che la vita, il vivere in qualsiasi situazione, ha senso solo se esiste la comunicazione sincera dove ogni pensiero diventa importante filo teso e saldo dove i sentimenti scorrono liberi e sinceri... Se ciò fosse comune denominatore consapevole nell'animo di ognuno/a la solitudine dell'abbandono non esisterebbe più!
RispondiEliminaGrazie Antonio per aver reso noto questo scritto! Ciao. Mariella Mulas
In effetti, io penso che il mistero della vita è proprio da ricercare nella semplicità, che da se stessa implica una sincerità interpersonale di pensiero e di comunicazione. Il ragionamento ostacola questo processo che invece è completamente aperto e libero nell’animo di questo ragazzo che, proprio in virtù di tale libertà, ha tante cose da insegnarci per una solidale convivenza.
RispondiEliminaGrazie Mariella, è come tu dici, le parole semplici sono luce abbagliante!