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14 luglio 2013

CASE DI MARE.

 


CASE DI MARE

Nelle case di mare
c’è sempre qualcuno da aspettare,
guardare l’orizzonte,
le donne di casa sempre pronte,
con l’acqua sopra il fuoco,
sempre da sole, piangere un poco
forse fa bene al cuore
che non sente neanche più il dolore.

(Basta con il mare,
con l’acqua salata,
con la rete spezzata,
con le lacrime amare.
Andare lontano,
lontano dal mare,
dalle cose più care,
ma andare lontano)

Ma la gente di mare
ha sempre la voglia di viaggiare,
sogna porti lontani
e naviga insieme coi gabbiani;
nelle notti di luna
avere il ricordo di qualcuna,
che un giorno ha preso il cuore
e gli ha dato appena un po’ d’amore.

(in “Riverberi vietresi” ed. Akkuaria, 2012)

5 commenti:

  1. L’attesa con il sale negli occhi, con lo sguardo lontano e con il coraggioso tremore nel cuore.

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  2. A Molfetta le chiamano “Le vedove bianche”.

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  3. Stupendi versi, sanno di sapore antico,
    dolcezza e nostalgia... e spesso le lacrime si trasformano e
    diventano piccoli sorrisi da lenire il dolore...

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  4. mia madre abitava in una casa che dava proprio sul
    mare... e aspettava alla finestra il segnale di mio padre che
    arrivasse con la barca... il segnale era un lampeggiare ad
    intermittenza di un fanale della barca... grazie per avermelo ricordato
    con questi versi.

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  5. Le case di mare sono case d’attesa.
    Nell’attesa si anela, si spera.
    Si piange, si ride e a volte si vive.
    Con gli umidi occhi
    si cerca la traccia
    dell’uomo lontano.
    Il cuore si strugge
    e nel silenzio trova riparo.

    Maria

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