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26 novembre 2009

FRANCESCO PASTONCHI: CHE COSA È UNA MAMMA

Proseguendo il percorso di Adriana e il suo lodevole impegno per il suo progetto sull’importanza degli alberi, è risalita dai giardini della mia memoria questa poesia del poeta Francesco Pastonchi “Che cosa è una mamma”. Forse sono versi semplici, presentano una struttura poetica fragile, sono versi da sempre ignorati e sminuiti dalla grande critica letteraria, ma, pur condividendo, almeno in parte, tali considerazioni, voglio proporla per la sua forza evocatrice nel riportare alla mente e soprattutto al cuore cose che crediamo solo apparentemente trascorse e consegnate definitivamente al passato.
Ma per il poeta una mamma è come un albero grande che pur offrendo infiniti frutti non resta mai spoglio. È come una sorgente perenne, limpida e senza fango sul fondo. È come un mare pieno di tesori che ti accarezza e ti culla con le sue onde.

(Antonio Ragone)



CHE COSA È UNA MAMMA

Rititì lo vuoi saper tu
Che cosa è una mamma? Nessuno,
nessuno dei bimbi lo sa.
Un bimbo nasce e… va,
lo sanno, ma forse, ma tardi,
quelli che non l’hanno più.
Rititì, che pensi e mi guardi,
Rititì lo vuoi saper tu?

Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti dà:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti dà il frutto, il fiore e la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si toglierà.
Una mamma è come un albero grande.
Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sole è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.

Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda,
continuamente con l’onda ti culla
e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.

Una mamma è questo mistero:
tutto comprende, tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: "Buon cammin, bel cavaliero!"
Una mamma è questo mistero.

Francesco Pastonchi è stato un poeta italiano, nato a Riva Ligure, provincia di Imperia, il 31 dicembre 1874, ed è morto a Torino il 29 dicembre 1953.



14 commenti:

  1. Sarebbe possibile sapere a che anno risale
    questa poesia?
    grazie
    saluti

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  2. Gentile lettore, grazie per la visita.
    Questa fresca e delicata poesia di Francesco Pastonchi è inserita nella sua raccolta di versi “Rititì” e risale all’anno 1920, pubblicata dall’editore Fratelli Treves, Milano, con pregevoli illustrazioni del disegnatore Raoul Chareun, più noto con lo pseudonimo Primo Sinòpico (Cagliari 1889 - Milano 1949). Sperando di esserle stato utile, le porgo cordiali saluti.

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  3. Bello aver ritrovato questa poesia! Ne recitai una strofa alla mia mamma per la sua festa, alle elementari, insieme alle compagne.A me toccò "l'albero". Sono passati più di 50 anni ma non l'ho mai dimenticata e forse l'ho anche insegnata a mia figlia!

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  4. Risposte
    1. questa poesia mi ha colpito al tempo dell'infanzia , accompagnato per tanti anni e non smette di far crescere i sentimennti e il ricordo di cosa e' una mamma

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  5. Complimenti ad Antonio Ragone per avere pubblicato questa poesia che mi riporta ai tempi in cui la recitavo con la mia mamma.

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  6. Queta bellissima poesia l'ho studiata a scuola
    e non me la ricordavo più, penso che ero troppo
    piccola per capirne il significato.
    L'ho riscoperta ora che sono nonna, la farò conoscere alle mie dolci nipotine, oggi adolescenti. Mi auguro di cuore che apprezzeranno un giorno anche loro, il bene di
    una mamma.

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  7. mi piacciono molto le tue poesie,io e i miei compagni stiamo studiando la poesia riferita alla mamma,forse ne scriverai un'altra.Ciao.

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  8. Ho scelto questa poesia per commemorare la mia mamma nel decennale della sua scomparsa. La trovo straordinariamente genuina nella sua semplicità, e descrive esattamente con le sue metafore la bellissima persona che era

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  9. Questa poesia è bellissima e me l'ha ricordata mio padre che l'ha imparata alle elementari nel 1948

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  10. Mio padre si chiama faddanno Antonio di Esperia provincia di frosinone ed è un grande appassionato di questa poesia la recita sempre

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  11. Questa poesia che imparai alle elementari più di 50 anni fa, mi commuove e mi emoziona sempre perché molto cara alla mia mamma che non ho più. Mamma tu eri l'albero più grande

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  12. L'ho imparata alle elementari, mi ha accompagnata tutta la vita, ma ricordo benissimo la parte dellalbero e del mare...e mi dà tanto conforto, avendo i figli lontani...ma sempre vicini nel cuore.

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