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5 marzo 2010

ANTONIO RAGONE: L'APPRODO

Era ancor prima dell’alba che dai vetri della finestra, alla luce che timida illumina il giardino, ho visto alberi pregni di brina, infreddoliti nell’umida notte. Forse un brivido ha attraversato il mio corpo, mi son sentito albero, pianta, cespuglio inumidito dall’acqua dei miei anni. Ho visto nel buio un’onda marina venirmi incontro come ad una spiaggia fredda e solitaria. Ho sentito il suo sciabordio, un lieve fiato di vento che sempre l’accompagna. Uno scarno stuolo di cornacchie è passato senza gracchiare. La luna è oltre i nembi grigi.


L’APPRODO

Anche stanotte il mare ha sussurrato
sospeso alla finestra.
                                Luna intanto
dipinge aureo mare, mentre una vela
solitaria cerca l’approdo. Presso
la darsena tremano fioche luci,
ecco la meta.
                   Sopravanza l’alba
che lascia un po’ di mare alla finestra.


Antonio Ragone (Da "Viaggi verso il porto " - Sezione Il Porto 1986-1990 - Gabrieli International Editor 2004)

4 commenti:

  1. E' molto suggestiva l'immagine della vela solitaria che cerca di approdare sul far dell'alba, così come è toccante l'identificarsi,da parte del poeta,in un albero inumidito dall'acqua dei propri anni che avanzano :ancora una volta Antonio Ragone ci affascina con le sue forti metafore .

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  2. Grazie per il tuo commento, ti sei immedesimata appieno nei sentimenti che hanno dato vita e sostanza alla poesia e alla sua breve premessa.

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  3. ....Il mare...., la luna...., le fioche luci... Incantevole Metafora.

    Grazie per mostrarci il Suo parlare!

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  4. Molto gentile, Angioletta... e grazie!

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