Giovanni Papini nacque a Firenze il 9 gennaio1881 e morì nella stessa città l’8 luglio 1956 è stato uno scrittore italiano: un intellettuale vivace, narratore, poeta, saggista, scrittore versatile e fecondo. Scrisse, tra l’altro, Un uomo finito, Stroncature e un’apprezzata Storia di Cristo. Insieme a Enzo Palmieri scrisse una pregevole Antologia per le scuole medie Il bel viaggio. Papini fu più grande scrittore che poeta, e questa poesia, seppur sfiorata da retorica, ha versi delicati e colorati, piacevoli a leggersi.
Un ricordo personale: su questa pregevole antologia ho studiato anch’io. Purtroppo è andata persa durante un trasloco. Ne resta, suggestivo, il ricordo degli anni miei primi.
VIOLA
Viola vestita di limpido giallo,
che festa, che amore, a un tratto scoprirti
venire innanzi con grazia di ballo
di tra i ginepri e l’odore dei mirti!
La ricca estate si filtra e si dora
sopra il tuo piccolo volto rotondo;
ad ogni moto dell’iride mora
bevi nel riso la gioia del mondo.
Par che la terra rifatta stamani
più generosa, più fresca di ieri,
voglia specchiarsi negli occhi silvani
tuoi, risplendenti di casti pensieri.
Al tuo venire volante s’allieta
questo mio cuore e con Dio si rimpacia
l’arida bocca del padre poeta
torna a pregare allorquando ti bacia.
che festa, che amore, a un tratto scoprirti
venire innanzi con grazia di ballo
di tra i ginepri e l’odore dei mirti!
La ricca estate si filtra e si dora
sopra il tuo piccolo volto rotondo;
ad ogni moto dell’iride mora
bevi nel riso la gioia del mondo.
Par che la terra rifatta stamani
più generosa, più fresca di ieri,
voglia specchiarsi negli occhi silvani
tuoi, risplendenti di casti pensieri.
Al tuo venire volante s’allieta
questo mio cuore e con Dio si rimpacia
l’arida bocca del padre poeta
torna a pregare allorquando ti bacia.
Giovanni Papini
Improvvisa, di tra gli alberi del viale, appare al poeta nella calda luce dell’estate, Viola, la figlia diletta. Vestita di limpido giallo, col passo agile e lieve che ha la grazia della danza, la fanciulla avanza in mezzo al profumo del giardino. Al suo apparire, la terra si è fatta più fresca e più festosa, e sembra volersi specchiare nei suoi limpidi occhi. In quella cornice luminosa i rami verdi e di luce dorata, la figlia appare al padre che la contempla con orgoglio affettuoso, un’immagine di bellezza e di felicità: il contemplarla lo induce ad elevare l’anima a Dio, a ritrovare le parole della preghiera dimenticata.
A me che ho un po' d'anni sulle spalle, questa poesia mi emoziona e commuove, grazie. Maria C.
RispondiEliminaAnche a me emoziona, è quasi una preghiera. La imparai a memoria a 16 anni, ma non era nei programmi scolastici. Di mia volontà, come alcune altre. Grazie.(Anni 56) Gaetano F.
RispondiEliminaCiao sono nato a Cefalù sul mare, sulla costiera Salinelle Sant'Ambrogio. Da sempre vivo in provincia di Palermo.Gaetano Forte
RispondiEliminaCiao Agamennone grazie per il tuo passaggio e per il personale contributo su questa delicata poesia di Papini.
EliminaAvevo imparato a memoria questa poesia alle Medie nei primi anni '60. Oggi a 69 anni come nonno sto rivivendo le stesse emozioni del Poeta con la nipotina Diletta...
RispondiEliminaSanto Pio Polsinelli