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26 gennaio 2011

ANTONIO RAGONE: CLOCHARD (INEDITA).






CLOCHARD (inedita)

“Lascio tutto
Troppo stanche
Le mie spalle   
Brutti concetti
Teoremi folli
Affanno pesante

Lascio la mia dimora amara
Né tetto e né calore
Né donne…”

Così pensò il clochard
Quando la vita gli morì nel cuore
E intera la ingoiò per non strozzarsi

Il clochard
Che ora il giorno annaspa
Nei bidoni della spazzatura
E dorme la notte sul suo letto
di cartone alla stazione termini

Folla che va e corre senza fermarsi
La prende larga a non sentir la puzza
Padroni su di lui di bassa stirpe

Giammai un pellegrino a casa sua
La solitudine la scelse e ora l’ama
Per sentirsi finalmente libero
Di non essere libero

© Antonio Ragone

16 commenti:

  1. Questi splendidi versi dal contenuto profondo e malinconico aiutano a riflettere sulla solitudine delle persone che sono state molto meno fortunate di noi e che a causa della loro indigenza vengono trattate con indifferenza,o peggio, con disprezzo dalla gente insensibile.

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  2. Ne ho visti di clochard anche questa mattina al gelo, e ho pensato alle volte che noi ci lamentiamo e siamo fortunati d’essere al caldo; invece questi senza casa, la notte stanno al freddo, e che magari hanno trovato un pagliericcio tra i rifiuti. E mi chiedevo perché. Forse non lo sanno nemmeno loro, misteri della mente umana.

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  3. Bella poesia, triste, amara e d’impegno civile. (lo sono stato anch’io e non so perché) .Grazie.

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  4. Un grande sconforto "incrociato" strada facendo, può portare anche a questo!
    Si, misteri della psiche che non sappiamo interpretare o leggere, ma anche "misteri umani" che nel silenzio provocano, costringono ad una scelta a volte costretta.....
    Bellissima poesia (come del resto tutte le tue poesie).
    Grazie Antonio

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  5. Grazie, grazie di cuore per i vostri commenti, li ho molto apprezzati.

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  6. Le tua poesia ci invita a riflettere e descrive un contesto che percepiamo come nitido, concreto e reale, quasi fossimo anche noi nella "scena". Complimenti !!!!!!!!!!!!

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  7. Grazie, Antonio per la stupenda lirica. Un abbraccio

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  8. Triste ma vera e profonda la tua poesia, mette in risalto la disperazione di un uomo che non ne può più ed abbandona tutto per avere il tutto in un'altra dimensione. A me colpisce lo stato d'animo affranto che ti fa fare questo tipo di scelte, che è vero, apparentemente danno un sospiro di libertà ma ti riportano a galla i sentimenti feriti che hanno spinto a ciò: cercare la solitudine per leccarsi le ferite da solo...
    Anche questa è una dura realtà, non una follia come potrebbe sembrare. Grazie per averci regalato un profondo momento di riflessione.

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  9. Caro Antonio,hai dipinto la malattia della società di oggi, sia dove sia cha abiti il uomo aveva più fredezza che la neve stessa, questa poesia scopre la tua grande sensibilità. Piacere di leggerti sempre,stupenda poesia, un abbraccio d'anima, Ana

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  10. stupenda Antonio .....e ci portiamo dopo anche la loro sofferenza perchè abbiamo saputo guardarli negli occhi...

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  11. Sapessi caro Antonio che voglia di fuggire...immaginare un tetto di stelle... ma la solitudine sarebbe troppo pesante coperta che aggiunta all'abbandono di quei pochi affetti sinceri e al dover sopravvivere, è ottimo deterrente... Penso perciò che i clochards siano infine degli eroi che danno ragione (apparente) della loro scelta di libertà! La tua bellissima poesia mi sconvolge per la realtà che vive intorno a noi! Ti abbraccio carissimo Antonio e grazie!

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  12. Marisa di Edizioni Noitrè23 febbraio 2011 alle ore 10:58

    amara realtà che merita rispetto.Mai fino in fondo conosceremo la loro verità,sicuramente più che cruda forse dolorosa che li porta, in tutta coscienza, a fare questa scelta.Molto tempo fa, in Francia, mi venne naturale dar qualcosa da man...giare ad un clochard, in malomodo rifiutò, quasi a sentirsi offeso di quel gesto da parte mia.Compresi poi che avevo irritato la sua dignità.Un caso di vera scelta di vita la sua, non lo so, so che esiste differenza tra povertà, necessità e libera scelta di essere povero oppure no e quindi regolarmi di conseguenza.Alcuni non chiedono elemosina e sono diversi dai barboni di strada che invece accettano un pasto caldo e una coperta.Fenomeno in crescita. grazie e buon pomeriggio

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  13. Daniela Cattani Rusich23 febbraio 2011 alle ore 11:00

    Davvero stupenda e "aperta" a ogni possibilità che la vita ci toglie o ci offre... Una visione da un'altra prospettiva, giustamente critica nei confronti della società consumistica, e che riporta alla luce valori che non dovremmo mai dimenticare. Grazie Antonio, un bacione!*

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  14. Un'analisi sottile, non senza una punta di greve sofferenza, una riflessione inevitabile quella che ci offri, grazie Antonio, un saluto Tiziana

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  15. in fondo tutti lo siamo clochard, ognuno a modo suo si sceglie, c'è chi vaga trascinando in lentezze smisurate la vita, c'è chi la vita la appende ad un chiodo, esce dal quotidiano e s'incammina lungo i sentieri del sogno, del miraggio... forse un espediente che non attira l'attenzione, né miasmi diffonde sui passanti, un modo diverso di abbattere i cancelli, ogni confine di conquistare la libertà perduta, ontologica ricerca del un logos originario... come un poeta... non ti sei sentito un po' clochard Antonio mentre componi meraviglie! Come questa che sto leggendo ... Ti abbraccio, Poeta

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  16. Clochard.
    Vedo i volti e i loro sguardi vaghi e smarriti.
    Anime di nebbia evanescenti.
    Angeli gelidi con ali di ghiaccio.
    la libertà che li ingabbia.
    ...Quanto di loro vedo in me!
    Una carezza Antonio.

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