Sfogliando, Antonio, i tuoi Passi sul sentiero sconosciuto, mi sono imbattuta nella poesia L'Umanità di pietra… il tuo mare, tutto pietrificato dai veleni quotidiani portati da noi uomini, da noi umani!
Anch'io nel 2004 avevo scritto una poesia al nostro Pianeta qua e là dilaniato, ora non ricordo quale fosse stata la causa di questi versi, l'ho conservata, potrei rivederla, ma… non trovo parole (forse deve restare così-originale).
Pare che noi poeti, amiamo l'amato nostro prossimo, abbiamo a cuore la nostra terra, il nostro mare, le nostre montagne, i nostri boschi e tutto quanto fa parte di questo creato.
Che le poesie servano a scuotere, destare qualche animo sopito!
Anch'io nel 2004 avevo scritto una poesia al nostro Pianeta qua e là dilaniato, ora non ricordo quale fosse stata la causa di questi versi, l'ho conservata, potrei rivederla, ma… non trovo parole (forse deve restare così-originale).
Pare che noi poeti, amiamo l'amato nostro prossimo, abbiamo a cuore la nostra terra, il nostro mare, le nostre montagne, i nostri boschi e tutto quanto fa parte di questo creato.
Che le poesie servano a scuotere, destare qualche animo sopito!
Noi che amiamo questa Terra
Noi che amiamo questa Terra
e ne portiamo riverenza
noi che invochiamo la pace assoluta
noi che tolleriamo le differenze
Uniamo le nostre Forze
facciamo sì che questo presente
si tramuti in giardino
un giardino infinito di rose
coi colori coi profumi
che Madre Terra le attribuì
Aprile 2004
Anfiteatro
In un folle anfiteatro t’abbiamo trasformato
in un grande contenitore d’armi e di uomini esplosi
e di materie velenose che portano dolore e morte
generoso Pianeta
col sangue dell’ignaro folle
devi esser lavato?
vigono le tenebre quaggiù
e smania il malvagio
bramano i feroci
l’umanità è inerme
solo la mano degli Dei
può placare questa follia
quest’inesauribile sete di malsano potere
solo l’amore di possenti Dei
può restituire la vista perduta
all’uomo
solo l’amore di possenti Dei
può render manifesto il senno degli sgomenti
3 settembre 2004
© Angioletta Faccini
Sì, hai ragione, Angioletta, noi poeti amiamo la bellezza del creato di cui siamo pure parte integrante, e la sofferenza che proviamo di fronte a tante "pietrificazioni" ci dà l'istinto di scrivere poesie sofferte, dolorosamente amare, che si spera destano "animi sopiti", l'utopia è anche un rimedio per confortare le nostre illusioni.
RispondiEliminaBellissime le tue poesie!
Grazie Antonio!
RispondiEliminaGrazie al tuo saper tradurre in parole le sensazioni, le impressioni che si provano.