Propongo alcuni passi salienti del dramma, essendomi impossibile, come meriterebbe, essere riportato per intero.
Dimmelo, Frasia, per i tuoi capelli
bianchi, per il tuo Dio che preghi sempre
fino alla notte tardi, e che t’ascolti
tutte le preci che il tuo cor Gli chiede:
ascolta, Frasia, la mia vita è stata
triste come non mai.
O mamma, in questa notte siamo soli,
non ho nessuno, o mamma, che m’ascolti,
che m’asciughi le lacrime.
Passa tu sul mio volto la tua mano
Tremante, e mi cancella la bufera
Dal cuore. ora lontano
Tutta la vita mia passa in un pianto.
Dove sarai, perché non me l’hai detto,
perché ho distrutto tutta la tua vita,
perché così mi sferza il mio destino?
E solo la fiumana mi risponde
col suo rumore cupo, con la voce
assordante, che dice tante cose
E dice nulla…
Forse perdonerà. La mano ferma
poggerà su la spalla mia, ne gli occhi
mi guarderà profondo…
La fiumana,
padrona, ha già travolto gli steccati,
già qualche casa rotola sul greto,
forse domani sarà troppo tardi…
non possiamo
lasciare morire i nostri figli.
Salite tutti alla collina, l’acque
Non arrivan lassù; vi fermerete
Alle baracche; r se l’inondazione
Viene, penserò io pe ‘l vostro pane.
E il fiume porterà le case a valle?
Ci sono i vecchi, i bimbi, il bestiame.
Ed allora
Morremo tutti. Io non ci verrò su ‘l fiume.
Io, ne la vita, fui come i viandanti
che son perduti e non hanno più mete,
e sentono le labbra arse di sete
e sentono le palpebre brucianti.
Domani piglieremo un’altra via,
forse più lunga, ma che importa? tanto,
noi non s’arriva mai…
… La vita che fiorisce
nella tua vita… ma io saprò vegliare
sul tuo destino… e presso la mia casa
c’è la mia terra, o Ninni, questa mia
terra, la nostra terra, l’avvenire.
Mario Colasante
(Da “Gli uomini del fiume”)