Il ritorno alla terra dei padri e delle madri non è solo un episodio fisico. La voce dei poeti fin dalle sue origini ha sempre celebrato questo evento come un inno corale di straordinaria intensità. Penso che capiti a tutti, in queste circostanze, di sentirsi l’animo turbare mentre percorriamo quelle stesse vie di noi fanciulli, ora mutate, o assistiamo al riaffiorare di volti andati via. È una inquietudine di domande rimaste sempre nascoste nella memoria di lontane tenerezze, domande incompiute, per sempre, per sempre rimaste senza risposte. Voglio qui proporre una bella poesia del poeta Luciano Luisi, “A mio padre” che ad ogni lettura suscita in me un’intima, profonda emozione, giacché, similarmente, ho vissuto e assistito all’agonia di mio padre, scoprendo, oggi, che in molte delle mie poesie, quasi con mia sorpresa, c’è lui.
È anche questo un ritorno alla terra dei padri e delle madri. (Antonio Ragone)
A MIO PADRE
Ora sei calmo, finalmente, hai pace.
So che sei morto, non ho più paura
che tu debba morire, non ho più
paura del tuo cupo, lungo rantolo
che dilatava i muri della stanza,
del tuo respiro che chiedeva aiuto
al fiato del mio petto,
del grido dei tuoi occhi a supplicarmi.
Sono stanco, lo sai. Non ho paura
ormai d’addormentarmi,
di piegare la testa sul tuo letto,
di mescolare alla tua larga quiete
disumana, il mio sonno affamato.
E non ho più l’angoscia
d’esserti inutile come un nemico:
so che sei morto. hai pace,
è tornato il silenzio.
So che sei morto, non ho più paura
che tu debba morire, non ho più
paura del tuo cupo, lungo rantolo
che dilatava i muri della stanza,
del tuo respiro che chiedeva aiuto
al fiato del mio petto,
del grido dei tuoi occhi a supplicarmi.
Sono stanco, lo sai. Non ho paura
ormai d’addormentarmi,
di piegare la testa sul tuo letto,
di mescolare alla tua larga quiete
disumana, il mio sonno affamato.
E non ho più l’angoscia
d’esserti inutile come un nemico:
so che sei morto. hai pace,
è tornato il silenzio.
Luciano Luisi (Livorno, 13 marzo 1924 - Roma, 29 maggio 2021) è stato un poeta, scrittore e giornalista.
il rapporto tra padre e figlio è stato sempre complesso, quasi sempre competitivo, senza nulla toglere all'affetto reciproco.
RispondiEliminaQuesta poesia è molto bella, straziante, ma bella.
Non conoscevo questo poeta... è davvero grande.
grazie per avermelo fatto conoscere.
Sì, bisogna ri-scoprire la Poesia: forse anche il mondo potrebbe essere un posto migliore
RispondiEliminaE' vero poesia straziante, e con una verità lucida,intensa.Anche per me la morte di mio padre è stata qualcosa di simile.Sono rimasta lì impietrita,di fronte a qualcosa più grande di me che non riuscivo a com-prendere.Credo che sia uno dei momenti cruciali dell'esistenza...a prescindere dal rapporto avuto.
RispondiEliminaMi ritrovo anc'io in questa vera e dolorosa poesia, che certamente va al di là dell'episodio per ricongiungere come sempre la nostra vita ai ricordi del nostro passato: è lì che siamo veramente nati.
RispondiEliminaA proposito di affetti,vorrei qui proporre una poesia :"Casa di mia gente" di quel grande Giuseppe Villaroel,il quale è stato già a suo tempo menzionato in questo blog.
RispondiEliminaSempre ritorno fra le tue pareti,come
a un rifugio,o casa di mia gente !
Nessun albergo mai,nessun ostello, per
varie plaghe fu più seducente del tuo
silenzio,ove,dal lungo esilio,vengo a
sanarmi d'ogni mia ferita,in colloquio
con i morti che mi amarono perché
nacque da loro la mia vita.
Tu sola ridi,o casa di mia gente;tu
sola resti,in mezzo alla rovina di
tutti i sogni miei tristi e mendaci,
nell'ora di mia vita che declina!
Tu sola vieni,o casa dell'infanzia,
al mio ricordo ed alla mia speranza;
e,nel mio folle errare senza quiete,
questa sola dolcezza oggi mi avanza.
Tornerò bimbo sulle tue terrazze,
guarderò,nelle notti,le tue stelle
tremare sulle croci delle chiese;
ci sarà il canto delle mie sorelle,ci
sarà l'ombra di mia madre e il grido
del vecchio gallo,all'alba,nei cortili;
e,dalle tue finestre,nell'azzurro,vedrò
spuntare i rinascenti aprili.
E sarà la mia gioia e la mia pace;
l'unica gioia che può dare il mondo,
l'unica pace che può dar la vita;
vivere sotto il bel sole giocondo di
nostra terra,quello che ci fulse negli
occhi quando noi fummo creati,e morire
così,serenamente,accanto ai nostri
morti e ai nostri nati.
Emozionante Villaroel e sublime poesia. Grazie.
RispondiEliminagrazie per qquesto contributo. Ancora una volta la potenza delle "radici", del passato familiare che in qualche modo ci sostiene e ci nutre dandoci il senso della continuità.
RispondiEliminaPoesia bellissima. Alta, sublime...
RispondiEliminaCarissimo Antonio,
RispondiEliminacome tu benissimo sai, poiché mi sei stato molto vicino, tenendomi la mano, io da poco tempo ho camminato questo pezzo di vita mia che mi ha trasformata da figlia in orfana di papà, ed ancora sento forte il dolore dell'assenza, anche se anch'io non accettavo più la sua sofferenza, poiché mite il mio papà si mostrava, nonostante ferito a morte da immense sofferenze.
Ecco, riporto qui, le poche, forse scarne parole che riuscii a scrivere per Te e per tutti gli amici cari sulla bacheca di FB.
" Sono appena ritornata a casa mia dopo esser stata in Sicilia, arrivata in tempo per accompagnare mio padre nell’ultimo viaggio insieme al mio splendido fratello Federico e alla mia mamma Lia.
Ho vissuto circa 10 anni della mia vita con l’angoscia di non arrivare in tempo a raccogliere la sua ultima lacrima. Invece il mio papà è stato bravissimo, mi ha atteso vigile, anche se con lo sguardo ormai spento.
E se il coraggio mi connota, il dolore dell’assenza scava.
Non comprendevo più la sua sofferenza sublimata dalla sua immensa mitezza.
Pensavo d’esser pronta al distacco, pensavo male.
L’assenza dilaga ed è dolore da amputazione.
Il tempo darà la giusta dimensione e cominceranno a sgorgare i ricordi teneri che hanno accompagnato la sua e la mia a vita.
Ringrazio tutti coloro che qui in bacheca e nei messaggi privati mi hanno tenuto la mano.
Non sono mai stata sola. Siete stati tutti davvero Amici.
Il mio cuore lacrima Amore e Riconoscenza.
Mariaconcetta"
Altro non so aggiungere se non una carezza al Tuo cuore .
Mariaconcetta
conobbi luciano luisi a chianciano moltissimi anni fa anni sessanta per intenderci e fui colpito dalla sua cultura dalla grande intelligenza e dalla sua umana simpatia. ricordo anche che era amico di villaroel
RispondiElimina