Invio questa poesia che ho studiato anni fa alle scuole medie, mi è rimasta impressa. Ero molto affezionata alla mia mamma che ora purtroppo non c’è più. Quando penso a lei, che riposa lontano da dove io vivo, vado a rileggermi questa semplice e delicata poesia. Così mi sembra di ritornare a quei tempi e di rivedere la mia vecchia casa. Teresa.
PACE D’OTTOBRE
Mamma, questa d'ottobre così gaia
giornata, sembra d'una primavera
ultima. Senti? Rondinelle a schiera
empiono di bisbigli la grondaia.
Senti? Tutto è brusìo. Biondo nell'aia
il sol, tiepido ancora. Ma l'intera
famiglia è qui d'intorno, e prega e spera
che dalla casa il reo morbo scompaia.
Oggi si spilla il vino e si ripone
il grano turco; a noi il buon Signore
nulla di queste cose diede, mamma.
Pur siamo lieti; poi che il buon Signore
ancor ci appresta molte cose buone:
la tua salute, il tuo sorriso, mamma.
Giovanni Cena (Montanaro Canavese, in provincia di Torino, 12 gennaio 1870 - Roma 7 dicembre 1917)
Grazie del tuo contributo e del delicato sonetto di Giovanni Cena, dedicato alla madre. E la tua testimonianza è un forte segno di affetto in memoria di lei.
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