LA CASA DEI DOGANIERI
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
Eugenio Montale
Lo sfondo del paesaggio è la costa ligure, il poeta si rivolge a una donna che ha amato, ormai lontana. Uno dei temi fondamentali di questa lirica è proprio quello del "varco", il disorientamento della solitudine esistenziale alla ricerca di una vita che sia vera, ma che purtroppo rimane una possibilità non realizzata. “Tu non ricordi” è l’anafora ossessiva e inquietante della vanità d’un sogno del passato e l'inutile attesa del futuro, l’affermazione del "male di vivere".
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http://antonio-ragone.blogspot.it/2010/07/il-correlativo-oggettivo-di-eugenio.html
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