Dipinto del M° Pietro De Seta |
LUOGO DEDICATO ALLA CULTURA LETTERATURA POESIA E AI GRANDI POETI DEL NOVECENTO
24 novembre 2013
AD OGNI NUOVA ALBA VADO SUL MOLO DEL PORTO...
15 novembre 2013
ALFONSO GATTO, PENSANDO A MIA MADRE.
La mamma era a Salerno, il Poeta era a Milano...
parole stupende, versi sublimi.
PENSANDO A MIA MADRE
Verrai quassù, ti porterò per mano
per una dolce tregua, in un inverno
che non conosci, ti dirò: « Milano
s'illumina di sera, nell'interno
delle sue case ha il vigile tepore
dove si parla piano ». Tu sorridi
da sempre in questo timido favore
d'avere intorno il tremolío dei nidi.
Alfonso Gatto
8 novembre 2013
NON È POESIA.
Niccolò dell'arca, Compianto sul Cristo morto, Chiesa
di S. Maria della Vita, Bologna
|
NON È POESIA
C’è solo l’esilio.
Ora che i cuori si sono desertificati,
induriti per assenza di acqua sincera,
sono le umiliazione e le offese,
le assenze dei sentimenti,
l’indifferenza.
Ora,
ora è tempo di intonare nuovi canti
riconducibili ad una nuova era,
non rinnovata,
ma rigenerata limpida e pulita
da nuova acqua di sorgente pura.
No, questa non è una poesia,
è solo utopia da irrefrenabile strazio.
© Antonio Ragone
5 novembre 2013
E NON CHIEDERE NULLA, DI DAVID MARIA TUROLDO.
La terra che un giorno abbiamo vissuto non c’è più. Viviamo giorni malati, inquinati, i fanciulli non si meravigliano più di niente, anche le ragazze la sera hanno gli occhi tristi, l’amore di quei tempi più non c’è, pare financo che le speranze siano diventate mute. Ognuno è solo in una folla anonima. Allora meglio ritornare al tempo antico se questo nostro tempo che chiamano progresso s’è involuto nell’effimero e nell’apparenza. Ritorniamo a spezzare insieme lo stesso pane e a condividere lo stesso vino, desinando tutti alla stessa tavola. Così, semplicemente, umilmente, forse potremo ritrovarci uscendo dalla smarrimento.
E NON CHIEDERE NULLA
Ora invece la terra
si fa sempre più orrenda:
il tempo è malato
i fanciulli non giocano più
le ragazze non hanno
più occhi
che splendono a sera.
E anche gli amori
non si cantano più,
le speranze non hanno più voce,
i morti doppiamente morti
al freddo di queste liturgie:
ognuno torna alla sua casa
sempre più solo.
Tempo è di tornare poveri
per ritrovare il sapore del pane,
per reggere alla luce del sole
per varcare sereni la notte
e cantare la sete della cerva.
E la gente, l'umile gente
abbia ancora chi l'ascolta,
e trovino udienza le preghiere.
E non chiedere nulla.
David Maria Turoldo
(da "O sensi miei..." - Poesie, 1948-1988, edito da Biblioteca Universale Rizzoli BUR – 1994)
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E NON CHIEDERE NULLA
Ora invece la terra
si fa sempre più orrenda:
il tempo è malato
i fanciulli non giocano più
le ragazze non hanno
più occhi
che splendono a sera.
E anche gli amori
non si cantano più,
le speranze non hanno più voce,
i morti doppiamente morti
al freddo di queste liturgie:
ognuno torna alla sua casa
sempre più solo.
Tempo è di tornare poveri
per ritrovare il sapore del pane,
per reggere alla luce del sole
per varcare sereni la notte
e cantare la sete della cerva.
E la gente, l'umile gente
abbia ancora chi l'ascolta,
e trovino udienza le preghiere.
E non chiedere nulla.
David Maria Turoldo
(da "O sensi miei..." - Poesie, 1948-1988, edito da Biblioteca Universale Rizzoli BUR – 1994)
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2 novembre 2013
IN MEMORIA...
IN MEMORIA
e di tornare,
invisibili e muti.
nulla è concesso,
se non l’attesa,
lieve, breve.
Copyright© Antonio Ragone
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