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LUOGO DEDICATO ALLA CULTURA LETTERATURA POESIA E AI GRANDI POETI DEL NOVECENTO
25 ottobre 2015
3 ottobre 2015
HO SPESSO PASSEGGIATO SULLA RIVA DEL MARE...
Ho spesso passeggiato sulla riva del mare raccogliendo ogni volta conchiglie, ramoscelli secchi, giocattoli rotti, raffigurando in quegli oggetti colà depositati dalle onde, la storia dell'umanità con i suoi dolori e le sue infrequenti gioie. Il mare, a modo suo, restituisce sempre quel che ci toglie.
Antonio Ragone
1 settembre 2015
26 agosto 2015
STO QUI TRA I MONTI, ALLE RIVE DELL'ANIENE...
Sto qui tra i monti, alle rive dell’Aniene dove appena nasce e senza tregua corre a valle.
E penso: “Come questa acqua gelida che scorre, mi sento anch’io viandante in cerca di un mio mare”.
E come il mare, amo un approdo, lo amo con furia e con dolcezza.
E mentre Pascoli scalava la montagna per guadagnar la cima con la sua piccozza, non per sentir scrosci di mani che applaudono, io scendo a valle. Il viaggio è lo stesso,
faticoso, intenso e insieme placante. Da solo mi basta.
Arriverò al mare, e anch’io non cercherò scrosci di mani che applaudono.
Ad altri lascio questo gusto, e misero m’appare chi di questo s’appaga.
© Antonio Ragone
3 agosto 2015
24 luglio 2015
BOOKTRAILER DEL ROMANZO "ESCA VIVA" DI VERA AMBRA.
Ricevuto dalla mia amica scrittrice VERA AMBRA, invito con piacere i miei lettori a votare il booktrailer del suo romanzo ESCA VIVA.
Vi ringrazio.
“Ciao,
ho il piacere di comunicare a te e ai tuoi amici che si sono aperte le
votazioni al concorso della 13ma edizione di Trailer filmfest.
Il booktrailer per il mio libro "ESCA VIVA" e stato realizzato realizzato dal giovane regista catanese Giovanni Flaccomio ed è selezionato tra i 10 migliori trailer dei libri in concorso.
In questa "gara" Akkuaria è in corsa al fianco di Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Piemme, Sperling & Kupfer, Fandango, Feltrinelli, Nobook ed Edizioni E/O. Intanto il risultato - che è già di tutti noi - è uno dei più soddisfacenti tenuto conto degli "avversari" e della manifestazione che è una delle più importanti riservate ai trailer cinematografici.
Per questa ragione ti invito a votare il nostro booktrailer andando alla
pagina, cliccando sull’immagine qui sotto”Il booktrailer per il mio libro "ESCA VIVA" e stato realizzato realizzato dal giovane regista catanese Giovanni Flaccomio ed è selezionato tra i 10 migliori trailer dei libri in concorso.
In questa "gara" Akkuaria è in corsa al fianco di Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Piemme, Sperling & Kupfer, Fandango, Feltrinelli, Nobook ed Edizioni E/O. Intanto il risultato - che è già di tutti noi - è uno dei più soddisfacenti tenuto conto degli "avversari" e della manifestazione che è una delle più importanti riservate ai trailer cinematografici.
2 luglio 2015
OH DOLCI SCALINI CHE SCENDETE AL MARE.
Oh dolci scalini che scendete al mare
Tra profumi di case e di limoni
Di salsedine arsa al sole
Di gechi che si riscaldano sui muri…
Tra profumi di case e di limoni
Di salsedine arsa al sole
Di gechi che si riscaldano sui muri…
© Antonio Ragone
17 giugno 2015
AGNESE DI VENANZIO, LE GRIDA DEL CUORE.
Le grida del cuore
Per me,
libera come l’aria
doloroso occultare
le grida del cuore
sentimenti di gioia
e di dolore…
in questa assenza
con chi sorridere !...
con chi piangere !...
Solo Tu, silenzioso te ne stai
e leggi nell’anima mia
e guardi questa vita
che se ne va.
©Agnese Di Venanzio
Roma, 13 - 06 - 2015
sabato h 19,10
Note:
Che sabato triste oggi, sembra che il tempo si sia fermato. Sono
sprofondata nella solitudine, in questa giornata afosa, il cuore, grida tutto
il dolore per il silenzio e l’assenza che tanto mi addolorano.
12 giugno 2015
4 giugno 2015
FORSE AL DI LÀ DELL'USCIO...
21 maggio 2015
2 maggio 2015
GUARDO IL MARE E CONTO TUTTI I MIEI LIMITI.
Guardo il Mare e conto tutti i miei limiti,
i miei dubbi
e le amiche incertezze.
Amo il mare,
sia che bonaccia o burrasca,
al suo cospetto,
non sono che uno sprizzo d’onda
portato via dal vento a bagnarmi il viso.
Dalla sua spaziosa immensità
ho appreso l’arte del confronto.
È la vittoria della mia compiuta imperfezione
laddove la perfezione non potrà esserci
se non tra i più poveri di cuore.
© Antonio Ragone
10 aprile 2015
NEI PAESI COSTIERI D’INVERNO.
D’inverno e in queste timide giornate primaverili il mare spesso tumultuoso s’infrange contro le torri saracene, per strada non c'è quasi nessuno. Ecco che finalmente i paesi della costiera si spogliano e svelano il loro fascino più nascosto. Dentro, nei locali e nei ristoranti, ci si scalda con i dolci tradizionali di quei luoghi accompagnati da un bicchierino liquoroso di limoncello.
2 aprile 2015
21 marzo 2015
21 MARZO: GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA.
La Giornata
Mondiale della Poesia è stata istituita dalla Conferenza Generale
dell’UNESCO nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21
marzo dell'anno seguente. La data, che segna anche il primo giorno di
primavera, riconosce all’espressione della Poesia, la più discreta e profonda
delle Arti, un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della
creatività letteraria ed artistica.
POESIA
È solo l’attimo fuggente che descrive
in quel momento un po’ d'umana storia,
la meraviglia che raccoglie il frutto
di ciò che nasce in fondo agli elementi.
Antonio Ragone (Da "Viaggi verso il porto - Parte I - Gabrieli International Editor 2004)
17 marzo 2015
UN SOGNO BUONO CHE S'AVVERI.
Sarà ancora una rada a raccogliere le sparute mie illusioni?
Fuori da ogni sogno vorrei un sogno buono che s’avveri.
© Antonio Ragone
6 marzo 2015
UNA FINESTRA.
UNA FINESTRA
Una finestra
che s'apre al mare
un affresco d'azzurro
Laggiù
Un promontorio
Tra i vapori dell’orizzonte
E il mio veliero
Ha già sciolto gli ormeggi
Per novelle darsene
Solo questo stamane io sento
Altre parole non ho
© Antonio Ragone
2 febbraio 2015
IL POETA RESTA SOLO CON LA SUA POESIA.
Il poeta resta solo con la sua poesia
Mentre la sera scende
il poeta resta solo con la sua poesia.
È un fioco bagliore nel buio
d’un viale addormentato
d’una panchina vuota
dove chissà quanti hanno posato
la loro stanchezza.
E hanno ripreso il cammino.
Forse… la poesia…
la cosa più bella che esista,
l’unica che può salvare questa umanità alla deriva.
© Antonio Ragone
21 gennaio 2015
DINO BUZZATI: I DOLORI, I RIMPIANTI E LE DELUSIONI DEL NOSTRO TEMPO.
Dino Buzzati 1906-1972
|
Dino Buzzati è un letterato che ha saputo dare voce all'assurdo dell'esistenza, mostrare il
risvolto paradossale e inquietante del
vivere. Buzzati utilizza il coraggio della fantasia, espressa con un calibrato
pizzico d'ironia, obbligando il lettore a pensare, a riflettere sul senso della
vita in una misteriosa e opaca dimensione della realtà. Come in questo
racconto, nel quale i rimpianti toccano così in profondità il protagonista,
Ernst Kazirra, da spingerlo a maturare in un attimo l'idea di aver commesso
troppi errori. È come se fosse al termine della sua esistenza ed è chiamato a
renderne conto, a leggere il bilancio del dare e dell'avere. Egli ha improntato
la sua vita alla ricerca del successo, sacrificando ogni altro valore,
soprattutto i sentimenti. I tre giorni, che vengono descritti in una situazione
surreale e in un forte contesto di simboli,
gli consentono finalmente di comprendere com’egli li abbia vissuti trascurando
le cose sue più care, come la fidanzata, il fratello morente e il cane fedele.
La scoperta, che avviene nell’ombra della notte, è agghiacciante:
sono stati i giorni perduti.
I GIORNI PERDUTI
Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa
villa, Ernst Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa
sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava
la cassa su di un camion.
Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito.
Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all'estrema
periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone.
Kazirra scese dall'auto e andò a vedere. Lo sconosciuto
scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel botro; che
era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali.
Si avvicinò all'uomo e gli chiese:
- Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa
c'era dentro? E cosa sono tutte queste casse?
Quello lo guardò e sorrise:
- Ne ho ancora sul camion, da buttare. Non sai? Sono i
giorni.
- Che giorni?
- I giorni tuoi.
- I miei giorni?
- I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li
aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora
gonfi. E adesso?
Kazirra guardò. Formavano un mucchio immenso. Scese giù per
la scarpata e ne aprì uno. C'era dentro una strada d'autunno, e in fondo
Graziella la sua fidanzata che se n'andava per sempre. E lui neppure la
chiamava.
Ne aprì un secondo. C'era una camera d'ospedale, e sul letto
suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava. Ma lui era in giro per
affari.
Ne aprì un terzo. Al cancelletto della vecchia misera casa
stava Duk il fedele mastino che lo attendeva da due anni, ridotto pelle e ossa.
E lui non si sognava di tornare.
Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello
stomaco. Lo scaricatore stava diritto sul ciglio del vallone, immobile come un
giustiziere.
- Signore! - gridò Kazirra. - Mi ascolti. Lasci che mi porti
via almeno questi tre giorni. La supplico. Almeno questi tre. Io sono ricco. Le
darò tutto quello che vuole.
Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per
indicare un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo tardi e che
nessun rimedio era più possibile. Poi svanì nell'aria, e all'istante scomparve
anche il gigantesco cumulo delle casse misteriose. E l'ombra della notte
scendeva.
Dino Buzzati
"I giorni perduti", in 180 racconti,
Milano, Mondadori.
20 gennaio 2015
SONO UN ALBERO DI ANGIOLETTA FACCINI.
Come un albero
Mi muovo al solo timido
alito di Vento
mia Linfa vitale
Sono un albero
respiro ad ogni soffio di labbra
che sulla chioma s'apre e tutto
Intorno emana l'etere nel mio essere e
colla mia cima posso
accarezzare il cielo
colla danza a volte sinuosa
porto nuove ventate sempre
mai uguali
a volte carezzevoli a volte
pungenti
Sono un albero e
dei quattro elementi mi beo
gongolando
Come femmina che in palmi adulti
giace nel piacere dell'oblio
7.1.15/af
© Angioletta Faccini
8 gennaio 2015
ALFONSO GATTO, INVERNO A ROMA.
Una poesia di Alfonso Gatto esemplare dal punto di vista sia stilistico che tematico. Poeta immenso è Alfonso Gatto, nato in quella mia stessa terra dove il mare si slarga fino al punto estremo del golfo. A settentrione c’è Punta Campanella e la divina costiera, mentre nella zona meridionale il litorale della piana del Sele con i templi di Paestum. Nelle giornate terse di sole, si potrà vedere il promontorio di Capo Palinuro, la mitica località per dove passò Enea con la sua nave, e il suo nocchiero Palinuro vi trovò la morte, ingannato dal dio del sonno Morfeo.
Qui il Poeta è a Roma, nei cui pressi da anni io vivo, ed è inverno come adesso. Sintomatica è la presenza nei primi versi, di un nucleo tematico, l’inverno, il freddo inverno, opulento e grondante di pioggia. Tra esse le bambine con le labbra screpolate, nel tipico gesto, appoggiandosi sulle ginocchia, per intravedere al di là della pioggia, il luminoso rinascere del sole. Si toccano con le mani intirizzite gli umidi capelli, le bambine che chiedono solo amore e pietà, viste così tenere e pure mentre si stringono lo scialletto sulle spalle. A leggerlo fino in fondo, entrando fin dentro le parole e le immagini, Alfonso è un poeta che emoziona, fa riflettere e commuovere per la sua intensità affettiva verso ciò che vede e che con il suo cuore limpido poi descrive in versi di una raffinatezza alta e pura. È raro trovare di questi versi nella poesia italiana del novecento.
Inverno a Roma
I bambini che pensano negli occhi
hanno l' inverno, il lungo inverno. Soli
s' appoggiano ai ginocchi per vedere
dentro lo sguardo illuminarsi il sole.
Di là da sé, nel cielo, le bambine
ai fili luminosi della pioggia
si toccano i capelli, vanno sole
ridendo con le labbra screpolate.
Son passate nei secoli parole
d' amore e di pietà, ma le bambine
stringendo lo scialletto vanno sole
sole nel cielo e nella pioggia. Il tetto
gocciola sugli uccelli della gronda.
Alfonso Gatto
Qui il Poeta è a Roma, nei cui pressi da anni io vivo, ed è inverno come adesso. Sintomatica è la presenza nei primi versi, di un nucleo tematico, l’inverno, il freddo inverno, opulento e grondante di pioggia. Tra esse le bambine con le labbra screpolate, nel tipico gesto, appoggiandosi sulle ginocchia, per intravedere al di là della pioggia, il luminoso rinascere del sole. Si toccano con le mani intirizzite gli umidi capelli, le bambine che chiedono solo amore e pietà, viste così tenere e pure mentre si stringono lo scialletto sulle spalle. A leggerlo fino in fondo, entrando fin dentro le parole e le immagini, Alfonso è un poeta che emoziona, fa riflettere e commuovere per la sua intensità affettiva verso ciò che vede e che con il suo cuore limpido poi descrive in versi di una raffinatezza alta e pura. È raro trovare di questi versi nella poesia italiana del novecento.
I bambini che pensano negli occhi
hanno l' inverno, il lungo inverno. Soli
s' appoggiano ai ginocchi per vedere
dentro lo sguardo illuminarsi il sole.
Di là da sé, nel cielo, le bambine
ai fili luminosi della pioggia
si toccano i capelli, vanno sole
ridendo con le labbra screpolate.
Son passate nei secoli parole
d' amore e di pietà, ma le bambine
stringendo lo scialletto vanno sole
sole nel cielo e nella pioggia. Il tetto
gocciola sugli uccelli della gronda.
Alfonso Gatto
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