È Dicembre! Il mese del Natale.
Quanta pioggia, vento, freddo in questi giorni.
Mi pare cosa densa di fascino aprire questo mese con un grandissimo poeta, una sua poesia sul Natale e il tepore d’un focolare.
(Antonio Ragone, da “La Passione degli Apostoli” Akkuaria Edizioni - 2008)
Le poesie della raccolta ungarettiana “Allegria di Naufragi”, apparsa nel 1919 e diventata, nel 1931, “L’Allegria”, sono la scoperta che tutto, consumandosi nel tempo, non è che naufragio, essendo l’allegria un istante fuggitivo; da qui, la consapevolezza che l’allegria può dimorare semplicemente nell’attimo, e solo l’amore, nascosto ne “le quattro capriole di fumo del focolare” può porgere un momento d’intima pace, ritrovata il 26 dicembre del 1916 durante una licenza che Ungaretti trascorse a Napoli in casa di amici; è una tregua dalla guerra, quando l’uomo straziato dal dolore per la morte dei compagni trova riparo nel “caldo buono”, in contrapposizione alla confusione delle strade.
NATALE
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Napoli, il 26 dicembre 1916
(Giuseppe Ungaretti)
PARAFRASI:
È Natale, nelle strade c’è freddo e confusione, il poeta non ha voglia di immergersi nell’intreccio, simile a gomitolo, delle strade di città e nel disordine della folla, straordinariamente intensa nel periodo natalizio. Ha soltanto il desiderio di starsene solo, di essere dimenticato, da tutti, come una “cosa posata” in un angolino della stanza. Il poeta si sente stanco, non è tanto stanchezza fisica, quanto stanchezza dell’animo, e sente forte il desiderio di starsene solo, in lontananza completa dal mondo. Nell’angolo accanto al focolare egli non sente che il tepore della fiamma che riscalda il suo corpo, ma soprattutto il suo cuore. Resta solo e tranquillo a seguire con la fantasia gli anelli di fumo, simili a capriole, che si alzano dai ceppi ardenti, nella calda intimità della casa, senza frastuoni, ad ascoltare la voce segreta dell’anima, in uno stanco abbandono, per ritrovarne la pace. (Antonio Ragone)
Dicembre, è Natale, la festa più di tutte, la festa dell'innocenza, della speranza e della pace. Questo ci vuol dire il poeta.
RispondiElimina" Natale" di Ungaretti,da lui composto durante il periodo bellico, rispecchia il desiderio,da parte del poeta, di rifugiarsi in sé stesso, auspicando che si realizzi al più presto la pace nel mondo.
RispondiEliminaAnche per noi tale festività religiosa dovrebbe coincidere con un momento di raccoglimento, lontano dallo sfrenato consumismo tipico di questa epoca.
Il poeta ci fa ricordare k bisogna stare in famiglia nel periodo Natalizio e k il caldo ci da un ambiente familiare molto unito.
RispondiEliminaNatale è la festa più bella di tutte, la festa della speranza e della pace, e dell'intima riflessione familiare.
RispondiEliminaGrazie a voi per i commenti.
antonio ragone 6 un grande!!!!
RispondiEliminagrazie!!!
RispondiEliminann telo devo dire se 6 un Grande!!
RispondiEliminaungaretti è un grande maestro
RispondiEliminaottima parafrasi
RispondiEliminaBellissima poesia,
RispondiEliminacosi' semplice, povera, ma piena di quei valori unici, autentici.
Un piccolo vortice, in una notte fredda di Dicembre,
che strazia il cuore del lettore
in lacrime Vere..
Memorabile
Divina
a me mi è colpito molto ungheretti perchè lui si esprime con poche semplici parole
RispondiElimina