Angiolo Silvio Novaro nacque a Diano Marina, provincia di Imperia il 12 novembre 1866 e morì ad Oneglia, Imperia, il 10 marzo 1938. È fratello del poeta Mario Novaro, credo opportuno dedicarmi a lui nei prossimi post.
Poeta e prosatore fuori dagli schemi culturali della letteratura italiana del ‘900, è autore di numerose poesie dedicate alla natura di cui è stato attento contemplatore. È l’autore della famosissima “Che dice la pioggerellina di marzo?”.
Tra le sue opere “Il fabbro armonioso”, dedicato al figlio Jacopo, morto nella prima guerra mondiale, e la raccolta di poesie scritte per i bambini “Il cestello” che rimane il suo libro più famoso. È stato pregevole traduttore de “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson e “Vita di Gesù” di Francois Mauriac.
Di lui propongo una poesia che egli dedicò a Eugenio Montale, tra le meno conosciute, ma a mio parere, tra le sue migliori. Il poeta fa riferimento alla lirica di Eugenio Montale “Meriggiare pallido e assorto”.
Noi siamo il fiore dell’eterno seme…
Di là dalla fuggevole vigilia
Ci attende la più grande maraviglia.
A MONTALE
Si dice, Eugenio, che non hai saputo
guardare oltre la muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Si dice, Eugenio, che non hai saputo
guardare oltre la muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Per me quell'oltre tu l'hai percepito
l'hai collocato nel luogo sconosciuto
dove vapora la vita quale essenza.
l'hai collocato nel luogo sconosciuto
dove vapora la vita quale essenza.
Ora che vivi tra bionde trasparenze
il tuo messaggio sul futuro si è chiarito.
Non mostreremo più
agli azzurri specchianti del cielo
l'ansietà del volto giallino.
il tuo messaggio sul futuro si è chiarito.
Non mostreremo più
agli azzurri specchianti del cielo
l'ansietà del volto giallino.
Vivremo un nuovo destino
come fiori impazziti di luce.
come fiori impazziti di luce.
Noi siamo il fiore dell’eterno seme…
Di là dalla fuggevole vigilia
Ci attende la più grande maraviglia.
Angiolo Silvio Novaro
(da "Il Piccolo Orfeo" Fratelli Treves Editori, Milano 1929)
(da "Il Piccolo Orfeo" Fratelli Treves Editori, Milano 1929)
Che emozione... le poesie che leggevamo nei nostri vecchi libri delle elementari.
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