14 dicembre 2009

DON TONINO BELLO: "AUGURI SCOMODI"

Ringrazio l’amica Adriana Passari per avermi dato questo spunto su don Tonino Bello e su quelli che sono i suoi “Auguri scomodi” per il Natale. Ovviamente “auguri scomodi” solo apparentemente, rappresentano infatti una sorta di tenera provocazione per invitarci ad una profonda meditazione su come è impostata questa nostra attuale società.

Don Tonino Bello è nato ad Alessano il 18 marzo 1935 ed è morto a Molfetta il 20 aprile 1993.
Io credo che don Tonino Bello è stato uno tra i più illuminati uomini della nostra epoca. Vescovo di Molfetta, è morto troppo presto, ma ci ha lasciato molte cose dette e scritte su cui riflettere. Le sue parole prescindono dal rapporto personale con la religione, con l’essere credenti o meno. Mi ha fatto piacere citarlo anche nel mio libro "La Passione degli Apostoli": “Afferma don Tonino Bello, il vescovo morto a Molfetta a soli cinquantotto anni: “non sono io a portare la croce, ma è la croce a portare me. La stessa croce dove da una parte è inchiodato Cristo e dall’altra inchiodato io, sostenuto dagli stessi chiodi di Cristo.” (Antonio Ragone - La Passione degli Apostoli - Ed. Akkuaria 2008).

AUGURI SCOMODI

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire…

Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio…

Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate…

Giuseppe che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro…

I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. I pastori che vegliano nella notte “facendo la guardia al gregge” e scrutano l’aurora vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

+ Tonino Bello, vescovo

4 commenti:

  1. Molti dei gesti che hanno accompagnato la vita di questo vescovo hanno le caratteristiche della profezia in quanto partono da una condivisione autentica delle contraddizioni e delle miserie, pur nella ricchezza, della nostra epoca, profezie che riescono a leggere nella profondità e nella trasparenza degli avvenimenti delle vecchie e delle nuove povertà, come la mancanza di solidarietà, l’emarginazione, la corsa al successo, al sesso facile e sfrenato, al facile guadagno. Un profeta, davvero. Un uomo che aiuta a vivere in questo mondo distratto, dove chi si trova in difficoltà e ha bisogno anche solo di uno sguardo o di un sorriso non trova nemmeno un minimo di partecipazione.

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  2. Le sue parole rimangono toccanti e provocatorie nello stesso tempo, il suo è sempre un dialogo fraterno. Nelle sue riflessioni ricorre spesso all’uso delle metafore che riescono ad essere comprensibili a tutti pur nell'eleganza del linguaggio. A questo proposito arriva ad esaltare l'arte, la musica e la poesia come forme privilegiate dell'annuncio della pace.

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  3. alle vigile di un nuovo anno, ho letto questa riflessione e mi sembra una vera preghiera nei tempi difficili che abbiamo, da argentina, benedizioni. merecedes

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  4. Grazie di questo tuo commento e dell'intima riflessione che diventa preghiera in questi nostri difficili tempi.

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