Spesso provo a guardare verso l’alto, osservando nuvole biancastre che fanno capolino nel cielo di quei luoghi che qualche volta mi capita di andare a rivisitare. Le nuvole nascondono il sole, ma quando si libera diventa più triste con la sua luce abbagliante d’una primavera infastidita. È qui mi soffermo a guardare la vita passare, così lenta tanto da andarsene talmente in fretta quando ne sovviene il ricordo. Non è cambiato molto dall’ultima volta che ci son stato, spesso seduto sopra i suoi massi di salsedine a guardare tra le onde marine cercando la vita che mi si aprisse all’improvviso svelandomi tutti i suoi misteri. No, questa città di mare non è cambiata affatto. Già i primi turisti si trattengono ad osservare con disattento interesse ogni cosa che incontrano al loro passaggio. Io ancora avverto gli umori di questa città, il mercato del pesce dove voci di donne marine ti chiamano in continuazione al loro banco – giuvino’ – guardo i colori delle case della città vecchia, i loro mattoni consumati dal tempo. Poi entro in una piccola pizzeria, mi siedo, da qui non distante mi rimane la vista del mare, sento il suo effluvio pungente, i suoi flutti che giungono cavalcando da lontano per poi travolgere impietosamente la sabbia della spiaggia. Entra un piccolo suonatore di passaggio che vuol offrirmi la musica della sua fisarmonica, io non riesco a dirgli che voglio continuare a sentire nel mio silenzio la voce di quel mare. L’omino, piccolo e gentile, più tardi va via allontanandosi con il suono del suo strumento e gli occhi aperti al vuoto, gli stessi coi quali prima era entrato nel piccolo locale. Io accompagno con lo sguardo pigro ed un sorriso amaro la sua sagoma che si fa sempre più fievole allontanandosi. E aspetto, seduto e silenzioso, aspetto ancora tante cose, ma non ho voglia di aspettare più niente. Quando s’è fatta sera, il vento un poco s’agita mentre percorro il corso principale senza alcuna voglia di guardarmi intorno, non ho voglia di particolari che sono sempre gli stessi, indefinibilmente uguali. Continuo il mio cammino, un altro giorno è passato, domani sarà lento a venire e farà in fretta ad andarsene. (Antonio Ragone)
E'affascinante e coinvolgente la descrizione,da parte del poeta, di una giornata trascorsa nel proprio luogo natìo,con la visuale del bel mare del sud e le amare riflessioni sulla caducità della vita.
RispondiEliminaSono davvero coinvolgenti le rilessioni dell'artista, è come intravedere nelle pieghe del tempo i sapori ed i colori di una giornata.
RispondiEliminaSì...è così. Spettatori di una vita che sfugge.
RispondiElimina