Alceo fu contemporaneo di Saffo, come lei nato a Mitilene, nell’isola di Lesbo, tra il VII e il VI secolo a.C. Partecipò alle lotte civili che agitarono la sua città e fu costretto a trascorrere gran parte della sua vita in esilio. Egli cantò le gioie, i dolori, le ansie della battaglia, ispirandosi altresì alla contemplazione della natura. Questo breve frammento descrive una conchiglia che il mare generoso ha gettato sulla sabbia. Il mare ci regala una minuscola parte di se stesso, un elemento iridescente e misterioso, eppure motivo di meraviglia e di stupore, elevatosi dall’oscuro mondo dei suoi abissi che spesso ho avuto il privilegio di ammirare e d’entusiasmarmi. Mare che affascina e inquieta, oh azzurra distesa della vita! Ho pena a vedere il mare assediato, oltraggiato. Sì, lo so, egli è disturbato e sofferente, proprio come me.
LA CONCHIGLIA MARINA (di Alceo)
O conchiglia marina, figlia
della pietra e del mare biancheggiante,
tu meravigli la mente dei fanciulli.
Traduzione di Salvatore Quasimodo
(da Lirici greci, 1940)
(da Lirici greci, 1940)
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conchiglia marina, motivo di stupore, quante volte all'orecchio appoggiata ho sentito la voce possente del mare.
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